Tribunale a Barletta, ancora battibecco tra Damiani e Cascella

Il consigliere di Forza Italia controreplica al sindaco

giovedì 4 febbraio 2016 10.46
«Premetto che la mia replica non è dettata da una vis polemica fine a se stessa, che non mi appartiene, ma dall'intento di sintetizzare con una semplice domanda quanto da me espresso in merito alla grave emergenza dell'edilizia giudiziaria: la città di Barletta può fornire alla città di Trani un supporto logistico temporaneo? Sì o no? Mi sembra una domanda legittima e opportuna, e invece è stata completamente travisata dal sindaco» scrive Dario Damiani, consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia, che non manda giù la replica del sindaco Cascella al suo sollecito per risolvere la questione delle sedi del tribunale tra Barletta e Trani.

«Col suo intervento in merito alla mia proposta di mettere a disposizione l'attuale sede barlettana dell'ufficio del Giudice di Pace, semideserta, per gli uffici inagibili di Palazzo Gadaleta di Trani - scrive dunque Damiani - il sindaco Cascella vorrebbe dimostrare che il sottoscritto ha la memoria corta: in realtà dimostra che lui, e la sua amministrazione hanno non solo poche idee, ma pure parecchio confuse sulla questione. Cosa c'entra infatti con l'attuale emergenza edilizia che mette in ginocchio il Tribunale di Trani il richiamo alla riforma della geografia giudiziaria voluta nel 2013 dal Governo Monti (di centrosinistra, tanto per cronaca...), che ha disgraziatamente soppresso tanti presidi di legalità su tutto il territorio nazionale? Altro che memoria corta! Ricordo perfettamente le nostre battaglie dell'epoca per evitare che ciò accadesse, prevedendo già le gravi ricadute negative che l'accentramento avrebbe portato con sé. Purtroppo il Governo (di centrosinistra...) fu sordo alle proteste di chiunque, e addirittura, ricordiamolo, il sindaco Cascella rimase a fare metaforicamente anticamera davanti alla porta dell'allora ministra Guardasigilli Cancellieri, che non si degnò neanche di rispondere alla sua lettera. Missiva nella quale avanzava la proposta di un Polo della sicurezza policentrico come la provincia BAT; che, per forza di cose, era incompatibile con la ratio stessa della riforma, che mirava a tagliare sedi e ad accentrare.

Andare a rispolverare quell'intervento e quella proposta, credendo di avere la coscienza a posto su quanto sta invece accadendo in questi giorni a Trani, dove gli uffici giudiziari cadono letteralmente a pezzi con gravi rischi per l'incolumità degli operatori e dei fruitori del servizio giustizia, è fuori luogo e fuori tema. Nel caso attuale non si chiede di trasferire a titolo definitivo nella nostra città alcunché, ma semplicemente si dovrebbe offrire al Tribunale e alla Città di Trani un concreto supporto logistico per affrontare l'emergenza, in attesa di tempi e sviluppi migliori. Un concetto, quello espresso da me pochi giorni fa, in perfetta sintonia con l'apertura verso nuove soluzioni già fatta propria dal Presidente del Tribunale di Trani e portata a conoscenza nelle opportune sedi ministeriali. Quindi niente di nuovo per chi segue con attenzione le vicende del territorio; le preclusioni del 2013 non esistono più, ma forse il sindaco Cascella non se ne è accorto...proprio per questo, modificatosi lo scenario e cogliendo inedite disponibilità, è doveroso che si torni a ribadire l'offerta della sede cittadina, evitando di arroccarsi su vecchie richieste e pareri inevasi che, ripeto, nulla hanno a che vedere con l'emergenza strutturale. La risposta del sindaco al mio intervento aggiunge soltanto confusione a una questione già di per sé complessa. Per regola generale, sarebbe preferibile non intervenire su un argomento quando non si dispone di un quadro chiaro e aggiornato della situazione, piuttosto che rimediare la figura di chi mette una toppa peggiore del buco» conclude Damiani.