“Tetragono ai colpi di ventura”

Conferenza stampa di fine anno dell'amministrazione comunale. La giunta del CAMP (Caracciolo, Alfarano, Mennea, Pastore)

venerdì 30 dicembre 2011 12.29
A cura di Alessandro Porcelluzzi
Dante era uomo di ampie ed eterogenee letture. Probabilmente aveva letto in qualche testo di geometria che il cubo è il più stabile dei solidi. Quando nel canto 17 del Paradiso deve spiegare l'effetto che gli procura la visione della sua vita futura ricevuta attraverso i diversi incontri nell'Oltretomba, Dante scrive: "Dette mi fur di mia vita futura parole gravi, avvegna ch'io mi senta tetragono ai colpi di ventura". Il sommo poeta soffre, è sensibile a ciò che ha ascoltato, ma il viaggio che sta compiendo lo rende incrollabile, invulnerabile come un cubo rispetto alle disgrazie della vita.

La conferenza stampa di fine anno del Sindaco Maffei mi ha richiamato alla memoria questo passo della Commedia. Il 2011 nel racconto del Primo Cittadino pare un anno di ordinaria amministrazione. Parla di rigenerazione urbana, dell'apertura del GOS, annuncia l'arrivo della Capitaneria di Porto, loda il mantenimento dei vincoli del Patto di Stabilità per il nono anno consecutivo. Nelle sue parole le vicende asperrime del pre-primarie, l'impossibilità di formare una giunta degna di tal nome, i cambi di casacca, la giunta dei primi dei non eletti, le dimissioni annunciate e ritirate, la ridicola vicenda della Presidenza del Consiglio diventano normale routine dei palazzi di potere.

Ma il 2011 per Barletta è stato soprattutto l'anno del crollo di Via Roma. Maffei si ritiene vittima di una strumentalizzazione da parte dei mezzi di comunicazione. Che a suo modo di vedere hanno trasformato Barletta nella città del lavoro nero. Ma non riesce a sfilarsi tra i due corni del dilemma: o quella vicenda è frutto del lavoro nero (e insicuro, senza norme di sicurezza, con un laboratorio artigianale in pieno centro) o è frutto della mala-edilizia (incompetenza dei costruttori e disattenzione/connivenza dei dipendenti pubblici). Se si nega il primo, si deve puntare sul secondo. Non si spiega allora perché il Sindaco non abbia aperto procedimenti disciplinari nei confronti dei responsabili. Garantismo, risponde Maffei. Ma la presunzione di innocenza deve anche tener conto della possibilità di tornare a far danni. Ma tant'è.

Su Montaltino e la sentenza del TAR che ha bocciato quella lottizzazione, il Sindaco attacca a testa bassa i 27 consiglieri che in quella seduta erano assenti. Anche questa posizione è intrigante: o quel provvedimento è illegittimo, e allora non si spiega il voto favorevole dei 14 (tra cui il Sindaco appunto); o è legittimo, e gli assenti (ammesso che fossero contrari) avrebbero agito in errore. Forse si tratta solo di una forma di solidarietà tardiva nei confronti del dimissionario vicesindaco Carpagnano.

Ultimo in ordine di apparizione l'avviso di garanzia per il lido/ristorante di Ponente indirizzato a Maffei ingegnere. Ha ragione il Sindaco: riguarda la sua attività professionale e non di amministratore. Anche se i confini tra Palazzo di città e gli ordini degli ingegneri e degli architetti in questa città sembrano ormai invisibili.

Ma Maffei è tetragono. E le quattro facce del cubo visibili al popolo sono da ieri cambiate. A difesa della sua rocca il Sindaco, dato il rebus irrisolvibile di liste, partiti, consiglieri, ha deciso di mettere quattro robusti centurioni. Li elenca in rigoroso ordine alfabetico, citando i risultati del loro operato in Consiglio regionale durante l'approvazione del Bilancio: Alfarano, Caracciolo, Mennea, Pastore. I quali hanno, a mezzo comunicati stampa, tessuto gli elogi del lavoro di squadra a favore della città (qualche centinaia di migliaia di Euro per Disfida, Canne e Fascicolo del fabbricato). Da ieri dunque è nata una nuova fase del Maffei bis. Dalle iniziali dei cognomi di tre leader politici dell'epoca, alcuni governi della prima repubblica sono ricordati come governi del CAF (Craxi, Andreotti, Forlani). La prossima giunta Maffei sarà invece una giunta del C.A.M.P. (Caracciolo, Alfarano, Mennea, Pastore). Le domande dei colleghi che insistevano ieri nel chiedere nomi e tempi del nuovo esecutivo cittadino erano dunque oziose e fuori luogo. Maffei e il suo entourage ragionano diversamente. L'interlocuzione con Alfarano servirà a rendere (ancora più) innocua la minoranza. Salerno docet. Il nuovo protagonismo di Pastore serve a sanare la rottura apertasi tra Maffei e il Psi dopo la sentenza su Montaltino e le (ora più che mai dignitosissime) dimissioni di Carpagnano. La compresenza di Mennea e Caracciolo stritola di fatto ogni possibilità di minoranze interne al Pd e trasforma il prossimo congresso cittadino in una farsa e il prossimo segretario in un fantoccio. In altri tempi si sarebbe chiamato "consociativismo". Ma era il secolo scorso. Ora chiamatelo come vi pare.
Conferenza di fine 2011 in sala Consiliare © Marco Catapano
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Conferenza di fine 2011 in sala Consiliare © Marco Catapano
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Conferenza di fine 2011 in sala Consiliare © Marco Catapano
Conferenza di fine 2011 in sala Consiliare © Marco Catapano
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Conferenza di fine 2011 in sala Consiliare © Marco Catapano
Conferenza di fine 2011 in sala Consiliare © Marco Catapano
Conferenza di fine 2011 in sala Consiliare © Marco Catapano
Conferenza di fine 2011 in sala Consiliare © Marco Catapano
Conferenza di fine 2011 in sala Consiliare © Marco Catapano
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