Tempo di Avvento, ma un palo natalizio diventa simbolo di degrado

Una richiesta al neo commissario Manzone nella nota di Ruggiero Quarto. «I soldi dirottati servono a mettere una toppa all'incapacità di amministrare»

venerdì 7 dicembre 2012
Tempo di Avvento. Che tristezza quel "palo di Natale" eretto in un'area adibita a verde pubblico, ma che di verde ha solo l'erbaccia, quando non è secca. Alla patetica bruttezza del surrogato natalizio fa da contraltare la bellezza di chi ha pensato di "piantare" un simbolo nel degrado. Quel palo pieno di luci sembra gridare, tutto solo, l'incredibile ingiustizia perpetrata, nei confronti degli abitanti del rione, dai politicanti di turno, molto avvezzi al mattone e per nulla alla vivibilità urbana. Questo simbolo solitario mi ha fatto venire in mente il famoso quadro "l'urlo di Munch" che grida tutta l'angoscia dell'uomo, sopraffatto dalla solitudine in un ambiente ostile.

Che tristezza veder sorgere scatole di cemento nel degrado persistente! Ma ci rendiamo conto che in quelle scatole ci sono cuori che battono, sentimenti, emozioni, affetti, anime?

È da più anni che l'area del palo solitario, compresa tra via Regina Margherita e via del Gelso, è ricettacolo di schifezze. Più volte gli abitanti, che si sono "svenati" per acquistare una casa, pagando anche un parco verde mai realizzato, hanno gridato l'ingiustizia subita. Niente!

Come ben noto, allorché si costruisce un palazzo, si versano al comune gli oneri di urbanizzazione. Questi servono a fornire tutti i servizi pubblici necessari: strade, fogna, luce, acqua, gas, verde. Ogni acquirente paga migliaia di euro a tal scopo; il comune incassa e, con giochi di prestigio, i corrispettivi vengono dirottati. I servizi? Quelli strettamente necessari vengono "elargiti" con ritardo. Quelli accessori (verde) languono. Tutt'al più sono attuati solo in parte e a babbo morto! Magari, cercando risorse in nuove colate di cemento nelle aree destinate a verde pubblico, laddove erano state esaurite le volumetrie costruibili, come è successo con il Piano di Recupero Urbano nella vecchia 167. Nel migliore dei casi, i soldi dirottati servono a mettere una toppa all'incapacità di amministrare. Nel peggiore dei casi, i denari distratti vanno a finanziare gli sperperi! Tanto, l'importante è cementificare il territorio, speculare sui bisogni primari della gente e negargli una soddisfacente vivibilità, mortificando il verde e il decoro urbano. Ma che città è mai questa? Una città sana si caratterizza per la funzionalità e bellezza dei luoghi pubblici, non già per i palazzi, specie se recenti!

Palo di Natale in via Tatò, simbolo festivo o di degrado?
Non è più sopportabile che il verde, il decoro e la vivibilità urbana siano trascurati. La bellezza deve essere una priorità! Grazie alla bellezza, possiamo più facilmente sintonizzarci con l'Eterna e Infinita Bellezza e anche i sacrifici possono essere affrontati con più serenità. Sarebbe il caso che la Commissaria Manzone si attivi per porre rimedio e accelerare la realizzazione del parco previsto in via Tatò. Può essere che dove non sono arrivati i politici, possa giungere un funzionario sensibile e capace. A titolo di risarcimento molto parziale, non sarebbe male sostituire il palo solitario con un vero, grande e bell'albero di Natale, messo a dimora definitiva nell'area, ovviamente a spese del comune.

Se non fosse per gli abili e odiosi scaricabarile, si potrebbe lasciare il palo solitario per appendere cartelli con nome e cognome dei responsabili del degrado. Ma ciò potrebbe prestare il fianco all'"antipolitica", anche se sarebbe opportuno, prima di usare questo neologismo, conoscere il significato della "Politica" e praticarla. Tempo di Avvento. Nasce la Speranza per un Mondo migliore.