Successo per il Jova Beach Party 2022: Barletta promossa

Jovanotti replica lo strepitoso successo del 2019 cancellando le inutili polemiche della vigilia

lunedì 1 agosto 2022 10.18
A cura di Cosimo Campanella
Semplicemente strepitoso. Non ci vengono in mente altri aggettivi per descrivere il grande successo del Jova Beach 2022 tenutosi nel week-end presso il lungomare "Pietro Mennea" e accompagnato da una folla entusiasta ed estasiata dalla ennesima grandissima performance canora del Lorenzo nazionale, la cui ultratrentennale carriera è di per se garanzia di spettacolo, grande musica, allegria o anche solo spensieratezza dopo due anni pesantemente condizionati dalla pandemia da Covid e dalla conseguente pesantissima crisi economica.

Una macchina organizzativa efficiente a prova di grandi eventi

Ma se per lo show di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, si poteva tranquillamente parlare di successo annunciato, per niente scontata era replicare la perfetta organizzazione vista del 2019 da parte della città di Barletta. Allora auspicammo di poter vedere molto più spesso la nostra città indossare l'abito delle grandi occasioni. Poi arrivò il Covid, e il sogno di rivedere una Barletta festosa e perfettamente tirata a lustro come nel luglio 2019 sembrò svanire per sempre. Ecco perché la buona riuscita del Jova Beach Party 2022 era così importante per la nostra città. Lo era innanzitutto, come normale che fosse, per mettere alla prova la capacità della nostra comunità di organizzare questo tipo di eventi, e poi lo era dal punto di vista prettamente morale (inteso come stato d'animo) dopo due lunghi, difficilissimi anni di pandemia. Due anni che hanno profondamente mutato, e in buona parte peggiorato il modo di concepire la cosa pubblica e la vita di comunità da parte di molti cittadini italiani, e nel nostro caso barlettani.

Fratini salvati, gufi bocciati

Come per ogni grande evento che si rispetti, non poteva mancare la ridda di polemiche sullo svolgimento del Jova Beach Party 2022 dovute in primis alla collocazione del palco dove si sono esibiti Jovanotti e i suoi prestigiosi ospiti, non molto lontano da un'area dove nidifica l'ormai onnipresente fratino: un simpatico uccellino tirato in ballo, suo malgrado, ogni qual volta nel nome di un ambientalismo più o meno serio c'è da ostacolare (quando non addirittura impedire) anche la semplice costruzione di un muretto a secco.

Per carità, tanto di rispetto per chi in perfetta buona fede ha a cuore le sorti di questa graziosa creatura, ma non possiamo fare a meno di sottolineare il fatto che negli ultimi anni a Barletta - tra l'indignazione dei soliti e volenterosi pochi intimi e il pressochè totale disinteresse di alcuni cittadini che si sono improvvisati ambientalisti a singhiozzo in questi giorni – assistiamo a tanti e ben più gravi scempi ambientali e più vistosi monumenti alla sporcizia che però finiscono meno di frequente sulle pagine dei giornali.

Ma se quella sul presunto impatto ambientale del Jova Beach Party alla fine altro non è stata se non la classica polemica "environmently correct" tanto di moda in questi disgraziatissimi tempi, quella sui costi per le casse comunali della "due giorni" di Jovanotti a Barletta ci è sembrata davvero inutile e pretestuosa, anche perché se
non ci fosse stato il Jova Beach siamo abbastanza sicuri che molti di coloro i quali oggi vaticinano sciagure ambientali ed economiche assortite, sarebbero i primi a lamentare la mancanza a Barletta di grandi eventi, rimpiangendo a ogni piè sospinto i bei tempi andati. E poi - al netto del fatto che anche allora ci fu chi polemizzò per i costi - furono forse a costo zero i concerti nel fossato del Castello dei vari Pooh, Nomadi, Pino Daniele, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia, Anastacia, Mango, Renzo Arbore ecc. al tempo delle amministrazioni Salerno?

Naturalmente poi, quando c'è da polemizzare a prescindere contro questa o quella amministrazione comunale, non mancano certo sprazzi di involontario e inconsapevole umorismo. Come quello di chi avrebbe voluto spostare il Jova Beach ("beach" in inglese significa "spiaggia") nell'entroterra. O come quello dei non pochi emuli barlettani del frate trappista di Troisi (quello del "ricordati che devi morire"), i quali via social ammonivano seriosi e severi: "vedrete dopo i contagi da Covid".

In conclusione, proviamo il massimo rispetto per chi ha a cuore le sorti del fratino, e dell'ambiente in generale, 365 giorni l'anno, e che lo fa a prescindere dal colore politico del sindaco e della maggioranza che lo sostiene. Per quanto riguarda il resto, passare dalla presunta e pelosa "difesa del fratino" a veri e propri atteggiamenti da gufo (o "coccovascia" se preferite lo slang barlettano d'altri tempi) il passo è davvero molto breve, e rappresenta forse l'unica nota negativa di questa "due giorni" nella quale, non un sindaco e la sua maggioranza, ma un' intera comunità ha manifestato un'irrefrenabile voglia di tornare a vivere dopo due anni di pesanti rinunce.