Sprofondamento a San Procopio, presentate le analisi sul dissesto

Conferenza stampa per illustrare rilievi e possibili interventi. Ha condotto i lavori il geologo del CNR Anfredo De Giovanni

venerdì 26 novembre 2010
A cura di Ida Vinella
Si è svolta ieri pomeriggio alle ore 18,30 presso la sala giunta municipale una conferenza stampa in merito al dissesto idrogeologico verificatosi in località San Procopio. Durante l'incontro sono intervenuti il sindaco Nicola Maffei, i dirigenti dei settori municipali Manutenzioni e Ambiente, rispettivamente Sebastiano Longano e Salvatore Mastrorillo, il geologo e direttore dei lavori, rilievi e analisi per la voragine di San Procopio Alfredo De Giovanni, il geologo del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) – IRPI (Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica) Mario Parise e lo speleologo e presidente della Federazione Speleologica Pugliese, Vincenzo Martimucci.

Il fenomeno interessò lo scorso maggio la strada comunale extraurbana n. 25 via vecchia Minervino – Andria – Contrada San Procopio, a circa 1 km dall'innesto della Strada Provinciale n° 12 e a 5 km dal nucleo abitativo della periferia di Barletta. Si tratta precisamente di un sinkhole, uno sprofondamento in aree carsiche che può manifestarsi per motivazioni naturali o antropiche. Quella di San Procopio è una delle più grandi voragini in Puglia, con un diametro di 32m, una superficie netta di 800m2 e una profondità che raggiunge i 25m. Lo sprofondamento ha interessato svariati alberi di ulivo, un traliccio Enel e causato l'interruzione di un tratto di 10m della strada comunale. La causa del dissesto è riconducibile a motivazioni di origine antropica per la presenza di gallerie sotterranee per l'estrazione della calcarenite (il cosiddetto tufo calcareo).

Nel corso della conferenza sono stati resi pubblici i risultati delle operazioni di rilievo e delle analisi preliminari attraverso la presentazione di slide che hanno illustrato approfonditamente il lavoro di ricerca degli speleologi. «E' stato avviato un percorso di prospettiva con la Regione Puglia, in particolare con l'Assessore Fabiano Amati, per la valorizzazione di quel territorio – ha spiegato il sindaco Maffei - soprattutto attraverso un piano di viabilità alternativa e il recupero dei danni per i proprietari terrieri coinvolti». Gli esperti presenti hanno relazionato con un'approfondita analisi scientifica. Ha spiegato così lo speleologo Mario Parise: «Purtroppo siamo estremamente carenti nella prevenzione perché ha scarso peso politico: spesso gli interventi nelle emergenze sono ottime occasioni di propaganda, mentre bisognerebbe spingere gli sforzi nell'ambito politico-amministrativo e nella ricerca verso la prevenzione, soprattutto per diminuire i costi di intervento in situazioni emergenziali. Occorre anche coinvolgere la popolazione locale e stimolare sempre l'attività di ricerca scientifica».

Le cave sotterranee sono state rilevate nell'arco di quattro giornate di lavoro, giungendo alla conclusione che "La geometria ipogea riscontrata, con evidenza di cave sottarranee scavate con la tecnica del 'pilastro abbandonato', unitamente allo stato di fratturazione originario dell'ammasso roccioso rappresentano, senza dubbio, le cause predisponenti il dissesto. Le sollecitazioni costanti di traffico veicolare pesante (TIR a pieno carico di peso superiore a 40 tonn.) in corrispondenza di Via Vecchia Minervino, hanno sicuramente aggravato lo stato fessurativo presente su alcuni pilastri, probabilmente già poco spessi, provocando, di fatto, una rottura improvvisa. La causa innescante il fenomeno di dissesto, va ricercata dunque nelle vibrazioni da traffico pesante che si verificavano abitualmente lungo quel tratto di Via Vecchia Minervino. Un ruolo secondario possono aver avuto le acque meteoriche, infiltratesi dalla superficie attraverso vie preferenziali individuate sul fianco della ex-cava di calcarenite a margine della voragine. L'acqua, col tempo, può aver deteriorato alla base i pilastri, contribuendo alla diminuzione delle caratteristiche di resistenza dell'ammasso calcarenitico.

Alla luce di quanto sopra, al fine di mitigare la pericolosità geomorfologica, sono state fornite all'Amministrazione Comunale di Barletta una serie di indicazioni, riassumibili nell'interdizione al traffico pesante della viabilità e dell'area presente in un raggio di 350 metri attorno al centro della voragine, nella limitazione del transito e stazionamento di mezzi agricoli, pesanti e non, nonché lo stazionamento di autovetture e persone in un raggio di 80 metri attorno dal centro della voragine, soprattutto nel corso di forti precipitazioni o condizioni meteorologiche avverse, e nella vigilanza sullo scarico di qualsivoglia rifiuto o materiale di risulta. Allo stesso tempo, sarà poi necessario procedere alla redazione di idoneo progetto preliminare per la bonifica del sottosuolo.
Si ringrazia per le foto
Federazione Speleologica Pugliese