SOS ai candidati sindaci, l'appello del comitato di lotta Barletta Provincia

«La sede legale provinciale spetta a Barletta»

mercoledì 16 maggio 2018
La Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia - per il tramite di Domenico Vischi e Savino Dibenedetto - chiede a tutti i candidati sindaci ed ai rispettivi candidati consiglieri di assumere da subito e pubblicamente un impegno con il popolo barlettano: portare avanti il Ricorso n. 4636/2017 pendente dinanzi alla V sez. del Consiglio di Stato, inoltrato dal Comune di Barletta.

«Non paia esagerato lanciare un SOS - scrivono a quattro mani in una nota Vischi e Dibenedetto - per la gloriosa Città di Barletta e per l'intero popolo barlettano, risolvere - e positivamente - la faccenda del citato ricorso è "questione di vita o di morte"! Un nulla di fatto determinerebbe un inarrestabile declino per la comunità barlettana. Al contrario, un successo darebbe una spinta decisiva per riavviare "un motore (economico/politico) ormai ingolfato da un decennio ed oltre".

Ma di quale ricorso si tratta? Trattasi del giudizio di secondo grado pendente dinanzi al Consiglio di Stato, teso ad ottenere "definitivamente" la Sede Legale provinciale al Capoluogo unico Barletta. Sede legale assegnata provvisoriamente - ed in spregio della Costituzione - dallo Statuto provinciale al Comune di Andria, per macchinazioni politiche. Basterebbe citare l'Art. 133 della Costituzione, ed il Parere del Consiglio di Stato n. 716/1992 reso dalla I sez. per "demolire quella scelta politicamente scellerata e giuridicamente illegittima". Tutte le Delibere Comunali e Regionali, propedeutiche all'istituzione della Provincia di Barletta investono Barletta e solo Barletta del titolo di Capoluogo della provincia: nulla di ciò possono vantare Andria e Trani. Si ribadisce: non solo l'orgoglio patriottico muove la Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia! Il movente più intenso e razionale è, come detto, nella necessità di "risorgere" economicamente e politicamente. Ottenere il Capoluogo "unico ed indivisibile" della Provincia di Barletta significa far gravitare intorno alla Città della Disfida tutte le risorse economiche, imprenditoriali e le attenzioni politiche che il territorio può generare ed attirare. Quanti importanti uffici pubblici (in primis, il Tribunale, la Questura, l'Asl BT…) potremmo ottenere e/o farci restituire - e senza colpo ferire - se ci liberassimo dell'ingombro illegittimo di Andria e Trani! Il citato ricorso pende da ormai molti mesi dinanzi al Consiglio di Stato, senza che vi sia all'orizzonte un approdo in vista. Alcune note tecniche. Il CdS nell'esaminare quel ricorso "non dovrà portarlo a Sentenza"; una Sentenza del giudice amministrativo, pur favorevole a Barletta, non otterrebbe alcun apprezzabile e definitivo risultato, poiché uno Statuto illegittimo può essere sostituito da un nuovo Statuto, altrettanto illegittimo. Il problema dei problemi insiste nella stessa Legge n. 148/2004 istitutiva della "Provincia di Barletta-Andria-Trani". La Legge 148/2004 infatti è affetta da incostituzionalità, in quelle disposizioni che propongono "il capoluogo uno e trino", e "la Sede Legale da stabilirsi nello Statuto". È una Legge sbagliata, che va "ripulita".

Cosa deve fare il CdS perché Barletta ottenga il risultato che desidera, e non un palliativo? Deve emettere una "Ordinanza di Rimessione alla Corte Costituzionale". I giudici della Consulta sono gli unici abilitati a dichiarare l'incostituzionalità di una Legge (o parte di essa) - quindi, nel nostro caso, a rimuovere quei due vulnus di cui la Legge 148/2004 è portatrice. Per inciso: il nuovo sindaco di Barletta dovrà per legge assumere altresì il ruolo di amministratore provinciale; ragionevolmente, nuovo Presidente della Provincia di Barletta, scalzando l'andriese Giorgino. Ulteriore ragione per cominciare a forgiare - e comunicare al popolo - le proprie intenzioni politiche in merito alla futura gestione della Provincia di BT. Una eventuale scelta del nuovo sindaco di "non guastare la mensa" ad Andria e Trani - optando per una politica di retroguardia per Barletta in ambito provinciale - verrebbe additata con sommo sfavore/disprezzo dai barlettani.

Tutto ciò premesso, chiediamo agli spett.li candidati sindaci (e consiglieri) di accogliere senza riserve e sin da subito la richiesta della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia: il ridetto Ricorso n. 4636/2017 al Consiglio di Stato "deve essere portato avanti"! Il popolo barlettano unanime glielo chiede con insistenza: e con pari clamore chiede loro di assumere detto impegno "pubblicamente e per iscritto", rendendolo parte integrante dei rispettivi programmi elettorali. Al contrario: qualora i suddetti candidati "non dovessero prendere posizione in merito", quel trincerarsi dietro un silenzio pilatesco verrebbe interpretato senza se e senza ma come un "diniego" ed un "tradimento". Il corpo elettorale della Città della Disfida - rispetto alla eventuale "strategica indifferenza" di questi "Graiano d'Asti" - non potrebbe che tenerne debito conto… in cabina elettorale».