Soldati romani rivivono a Canne della Battaglia

Suggestiva rievocazione storica per riportare in vita lo scontro del 2 agosto del 216 a.C.

venerdì 3 agosto 2018
Il 2 agosto 2018 il sito archeologico di Canne della Battaglia, dalle ore 10 alle 20, ha accolto i visitatori in maniera singolare: figuranti con le armature romane hanno rievocato il giorno in cui fu combattuta la devastante battaglia di Canne del 216 a.C. Il presidente dell'associazione Mos Maiorvm, Alexandro Ascoli, ha esposto con passione antefatti e procedure dello scontro, soffermandosi anche sulle armi e le strategie militari utilizzate ai tempi. Coinvolti dalla storia e dalla suggestione del luogo – su quella collina i cartaginesi hanno avanzato, più di 80.000 soldati romani hanno trovato la morte – i visitatori hanno ascoltato e interrogato il presidente riguardo i miti o falsi miti della storia.

È vero che il fiume Ofanto si chiama così perché qualcuno gridò "O fante mea"?
«Si tratta di un racconto che è stato tramandato nel tempo, ma che tuttavia non è sostenuto da fonti. Secondo questo racconto, il console Lucio Emilio Paolo, resosi conto dell'imminente e tragica sconfitta, si voltò verso i suoi soldati e, profondamente addolorato, esclamò: "O fantes mei", oh miei soldati, e da lì si pensa che il nome del fiume derivi proprio da quest'esclamazione».

I soldati cartaginesi portarono ad Annibile tutti gli anelli dei soldati romani morti, è così?
«I senatori romani portavano un anello di ferro a sostegno della loro posizione politica. I soldati cartaginesi raccolsero secchi interi con all'interno questi anelli, per consegnarli al loro abilissimo condottiero Annibale, a testimonianza che trovarono la morte anche moltissimi senatori».

Con la possibilità di fare una visita guidata, dalla visione del museo fino all'esterno del parco, si è atteso l'imbrunire camminando tra le pietre, sulla collina dove un tempo c'era il sangue della sconfitta.