Sede legale della sesta provincia, è baruffa anche a Barletta

Girandola di interventi, da Barletta ad Andria passando per Trani

lunedì 26 aprile 2010
Fra qualche giorno il consiglio provinciale della provincia di Barletta, Andria, Trani sarà chiamato ad esprimersi per l'approvazione dello statuto del nuovo ente e per la delicata scelta della sede legale. Quest'ultimo argomento ha scatenato una girandola di interventi e di rivendicazioni da parte di tutti e tre i co-capoluoghi. Nei giorni scorsi Carlo Laurora (Udc) aveva perorato la causa tranese, di contro alcune associazioni andriesi hanno annunciato un presidio in provincia nei giorni della discussione (28 e 29 aprile) in favore della candidatura di Andria. Il travaglio a mezzo stampa ha prodotto altri documenti. Ecco i più significativi.

QUI BARLETTA – Il sindaco di Barletta, Nicola Maffei, ed il presidente della commissione consiliare sulla Provincia del Comune di Barletta, Giuseppe Cioce, hanno chiesto chiarezza e ufficialità negli indirizzi della maggioranza provinciale di centrodestra ed un incontro con il presidente Francesco Ventola prima del del 28 e 29 aprile. «Le indiscrezioni che indicano Andria come sede legale designata della sesta provincia pugliese – dicono i due esponenti barlettani – sono il segnale dell'inesatta interpretazione del criterio che impone scelte condivise e trasparenti. A pochi giorni dalla ormai imminente prossima seduta del Consiglio provinciale si ritiene opportuno, sull'argomento, conoscere la proposta della maggioranza, di cui ufficialmente si ignorano i contenuti: un dato di fatto che non deve essere tollerato. Se il consiglio provinciale dovesse trovarsi, nel corso dei lavori, impossibilitato a ratificare un provvedimento che sintetizzi l'univoco indirizzo, è giusto, come recentemente sostenuto anche dal segretario provinciale del Pd, Ruggiero Mennea, affidare legittimamente la scelta della sede legale alla consultazione popolare».

QUI ANDRIA
– Le battagliere associazioni andriesi, capeggiate da Savino Montaruli, non hanno tardato a rispondere, definendo il documento di Maffei e Cioce come «una ridicola quanto infantile minaccia da parte dei due condottieri barlettani. Quando costoro affermano, con tono minaccioso che valutazioni sbagliate potranno ingenerare problemi di equilibrio che rischiano di mettere in gioco la credibilità propria e dello schieramento politico di appartenenza che linguaggio pensano di usare? Con chi credono stare a parlare? Forse credono ancora che questo modo di affrontare i problemi e di fare politica possa portare ad un arricchimento della democrazia e della trasparenza politica».

QUI TRANI – Per Trani si leva la voce del movimento Nuova generazione Trani che si ricollega ad un intervento del consigliere provinciale di riferimento, Luigi Antonucci, facendo appello a tre principi fondamentali: trovare in Consiglio un voto unanime, condiviso da tutte le forze politiche, il rispetto assoluto della policentricità dell'ente, il coinvolgimento, serio e concreto, delle altre sette città nell'assegnazione delle sedi di tutti quegli enti e di tutte quelle Istituzioni di cui ogni provincia deve dotarsi.

«Questa Provincia – scrive Nuova Generazione Trani - è sorta per il riscatto di territori ignorati da due province (Bari e Foggia), per il loro potenziamento e per un rilancio che sia frutto proprio della collaborazione reciproca tra le dieci città: tradire queste ferme intenzioni significa tradire un tema cardine della campagna elettorale di un anno fa. Significa tradire i cittadini che si rappresentano. In tal senso non guardiamo con favore alla possibilità di un referendum popolare per risolvere le diatribe in merito all'attribuzione della sede legale; esso comporterebbe una spesa giustificata unicamente dal fatto che i rappresentanti del popolo non hanno la capacità di dare risposte al popolo stesso che li ha eletti. In merito al ruolo della nostra amata Trani teniamo a ringraziare i nostri concittadini rappresentanti politici di maggioranza per essersi, finora, tenuti fuori dalle baruffe tra gli altri coinquilini, certi che sappiano esprimersi, con coscienza e con fermezza, nei momenti e nei contesti decisivi ormai così imminenti. Non saremo dunque disposti a tollerare alcun sacrificio tra quei tre principi su esposti, né lasceremo passare inosservati eventuali pseudo-riconoscimenti per Trani a fronte di mancati riconoscimenti istituzionali».