Sede del tribunale, pungente replica di Cascella a Damiani

«Forse ha la memoria corta, la proposta risale al 2013»

mercoledì 3 febbraio 2016
«Offrire al Tribunale di Trani la possibilità di utilizzare l'edificio di Barletta che già ospitava la sede distaccata e dove oggi ha sede l'Ufficio del giudice di pace? Già fatto dal Comune, e da quel dì, anche se il consigliere dell'opposizione Dario Damiani mostra di avere la memoria corta, giacché la proposta dell'Amministrazione fu discussa persino in un Consiglio comunale monotematico». Pungente giunge la replica del primo cittadino Pasquale Cascella alla proposta divulgata dal consigliere di opposizione Dario Damiani.

«Era il 6 settembre del 2013 quando si diede conto dell'iniziativa del Comune di mettere a disposizione del Ministero della Giustizia l'immobile dismesso a Barletta. Da allora ripetute - e documentate - sono state le iniziative nei confronti dei ministri delle Giustizia che si sono succeduti, del presidente del Tribunale di Trani, degli altri amministratori del territorio provinciale e dei rappresentanti delle associazioni interessate perché l'immobile costruito proprio per l'esercizio della funzione giurisdizionale potesse continuare a costituire un presidio di legalità, tant'è che è stato destinato dal Comune a "polo della sicurezza" una volta lasciata cadere l'ipotesi di un Tribunale policentrico come la Provincia. Da subito, infatti, il Comune aveva ipotizzato che, poiché Barletta condivide con Andria e Trani, città distanziate tra loro da pochi chilometri, la "responsabilità della istituzione Provincia", si potesse considerare quella della nostra città "non la sede di un altro Tribunale, e nemmeno una sua sezione, ma lo stesso Tribunale - almeno parte dello stesso Tribunale - nell'esercizio della giurisdizione sul comune territorio". A un certo punto sembrava che la soluzione fosse a portata di mano. Il 7 maggio del 2014, infatti, la segreteria del ministro comunicò al Comune che non vi erano preclusioni alla "proposta di mettere a disposizione una struttura della città di Barletta per finalità giudiziarie", ovviamente sulla base del "necessario parere favorevole della Commissione manutenzione costituita presso il Tribunale di Trani". La Commissione avrebbe dovuto "prendere atto della disponibilità", verificare la "sussistenza dei presupposti", redigere "un verbale sulla idoneità degli spazi destinati dal Comune agli uffici giudiziari" e, in caso di "parere favorevole", sottoporre "la relativa richiesta" all'apposita Direzione generale del Ministero.

Solo che quel "parere favorevole", non è mai stato espresso dalla Commissione, di cui pure mi premurai di chiedere prontamente la convocazione. E il consigliere Damiani dovrebbe sapere il perché, o almeno potrebbe aiutare scoprirlo, se la smemoratezza non fosse sintomo di cattiva coscienza: forse basterebbe chiedere conto ai suoi colleghi di Trani, allora in maggioranza in quel Comune e alla Provincia, di un ostracismo spinto fino ad accusare il sindaco di Barletta di approfittare delle sue "amicizie romane" (abusato ritornello, vero?) per mortificare quella parte politica. La proposta, invece, è sempre stata volta ad affrontare la "situazione paradossale" della carenza di strutture a Trani, offrendo da Barletta - cito testualmente - un contributo alla "salvaguardia di un significativo presidio della legalità in un capoluogo di provincia che, insieme ad Andria e alla stessa Trani, è partecipe del comune bisogno di sicurezza e di giustizia dell'intero territorio". Questa disponibilità era e resta integra, a maggior ragione oggi di fronte al rischio che Trani perda pezzi del Tribunale. Ed è importante che, ora, la soluzione più razionale, che "non avrebbe tolto e non toglierebbe niente a nessuno", venga riconosciuta valida. Ben venga il sostegno anche dell'opposizione, magari con un pizzico di correttezza politica che non dispiacerebbe nemmeno a Checco Zalone» conclude il sindaco.