Risorse Pnrr, Cgil Bat: «La carenza di organico rende difficile gestire progetti»

Ileana Remini e Biagio D’Alberto chiedono deroghe sulle assunzioni soprattutto per i Comuni in dissesto e pre-dissesto

venerdì 30 luglio 2021
«C'è una battaglia più appariscente, da parte dei sindaci pugliesi e meridionali, che è certamente giusta nel rivendicare un diverso riparto delle risorse del PNRR, ce n'e è un'altra condotta da poche personalità illuminate, che riguarda gli organici degli Enti locali che non sono in grado di spendere i soldi comunque disponibili. Quasi tutte le amministrazioni pubbliche sono gravate da assenze fondamentali nelle loro dotazioni organiche». Ad intervenire sono il segretario generale Cgil Bat Biagio D'Alberto e Ileana Remini, segretario generale Fp Cgil Bat

«Noi spesso nella Provincia Bat abbiamo denunciato quelle riguardanti i Vigili del fuoco, le carenze di personale in Questura e Prefettura, le limitazioni nella sanità. Ma la drammaticità che vivono gli enti locali rischia di far perdere loro il treno con la storia. La mole ingente delle risorse in campo deve servire a ridurre le diseguaglianze tra territori. Ma la scarsa dotazione di mezzi, esperienza e personale da parte dei Comuni del Mezzogiorno e anche nella Bat rischiano di impedire la partecipazione agli appositi bandi per concorrere all'ottenimento delle risorse. Si rischia facilmente di perdere la competizione (e quindi le gare pubbliche) con i Comuni del nord che sono certamente più attrezzati.

La proposta dei 2800 tecnici per il Sud, definita dal Governo nei mesi scorsi, è stato un mezzo fallimento, anche per via dei criteri selettivi imposti. È necessario correre ai ripari con estrema urgenza considerata la tempistica imposta dal PNRR. Nella Bat pensiamo alla particolare attenzione che si debba riservare a quei Comuni alle prese con problemi di dissesto o pre-dissesto (Andria e Margherita di Savoia) che, per tale ragione non possono assumere personale perché è la stessa legge che non glielo permette.

E che a loro volta sono quelli che ravvisano la maggiore criticità negli uffici tecnici, gravati da assenze fondamentali nelle postazioni strategiche. I Comuni dovranno partecipare alla gestione delle risorse per una cifra pari a circa 67/68 miliardi. Un fiume immenso di denari. Allo stato attuale gran parte dei nostri Comuni rischia di rimanere fuori dalla divisione della torta. La grande mole di progettazione non può essere soddisfatta dai pochissimi tecnici comunali del Sud. Qualche esempio di buone pratiche, come è il caso del lavoro coordinato dei comuni della Città Metropolitana di Bari può aiutare.

Ma sul resto regna il deserto. Serve una modifica alla legislazione vigente che consenta ai Comuni con carenze di organico, in particolare modo quelli in disequilibrio finanziario (che sono messi peggio e non possono neanche assumere) di derogare da questo limite. E questa è una battaglia che dovrebbero intraprendere i Comuni del Sud, che sono quelli che hanno maggiori difficoltà, parallelamente alla battaglia che stanno conducendo sulla distribuzione delle risorse. Altrimenti l'arrivo di questi soldi al Sud rischia di avere il sapore della beffa se non c'è personale che lavori ai progetti da finanziare».