Rifiuti Zero, la legge di iniziativa popolare arriva in Parlamento

La nota di Sabrina Salerno e Alessandro Zagaria

sabato 21 giugno 2014
«ll Movimento Legge Rifiuti Zero ha incontrato il 12 giugno in Parlamento i gruppi del M5S – MPA – PD ed il presidente della Commissione Ambiente alla Camera dei deputati, Ermete Realacci, con l'intento di definire la calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare da noi depositata ad Ottobre 2013 con circa 86.000 firme». Ciò riportano Sabrina Salerno coordinatore del Movimento Legge Rifiuti Zero Bat e Alessandro Zagaria coordinatore del Movimento Legge Rifiuti Zero Puglia.

«Negli incontri sono stati affrontati i temi generali legati all'avanzata della strategia Rifiuti Zero in Italia ed in Europa ed ovviamente chiesto un preciso impegno perché sia finalmente portata in Aula alla Camera dei deputati la prima legge di iniziativa popolare che pone al Governo ed al Parlamento tutto la possibilità che si riconosca l'esercizio costituzionale del diritto sancito all'art. 71 – "Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli".

Abbiamo registrato di fatto un unanime consenso sull'appoggio alla nostra proposta di legge, superando anche alcune limitate incomprensioni con il M5S su un punto specifico di cui ci eravamo già impegnati a concordare una migliore formulazione lessicale che sgombri il campo da qualsiasi equivoco, nella ferma convinzione che occorre oggi una operazione di totale revisione giuridica, di generale riconversione tecnologica e soprattutto di un grande percorso culturale di partecipazione popolare. Ribadiamo che l'avvio del percorso segnato dalla Legge Rifiuti Zero in Italia possa essere la vera sfida alla creazione di un ciclo virtuoso che oltre a tutelare l'ambiente e la salute(chiudendo definitivamente la stagione delle discariche e degli inceneritori) possa dare una risposta di immediata attuazione in termini di riavvio di un ciclo produttivo sostenibile per la creazione di circa 400.000 nuovi posti di lavoro. Un ciclo virtuoso che va dalla raccolta "porta a porta" generalizzata alla introduzione della Tariffa puntuale(basato sul principio di meno indifferenziato produci e meno paghi la tassa sui rifiuti) dall'attivazione dei Centri di raccolta, riuso e riparazione, alla realizzazione di impianti di riciclo dei materiali inorganici e di compostaggio dei materiali organici, dalla revisione del sistema di contributi CONAI all'introduzione della tassa sul "vuoto a perdere". Senza dimenticare le norme di contrasto come la moratoria contro gli inceneritori e la produzione di energia dai rifiuti, la revoca degli incentivi a forme di energia non rinnovabile, la revoca del D.M. Clini contro il CSS, la revoca dei contratti capestro per i Comuni per conferire negli inceneritori, la normativa sul reato di danno ambientale, la moratoria per le discariche di amianto e tanto altro ancora.

Questa e' la vera rivoluzione culturale che proponiamo al parlamento, ma anche da iniziare ad attuare in parte già subito a partire dai territori più colpiti dalla devastazione ambientale. Purtroppo nella nostra Regione dobbiamo registrare ancora uno scarso interesse da parte delle istituzioni per la Strategia Rifiuti Zero. Disinteresse che si concretizza ancora una volta con la promozione di un modello di gestione dei rifiuti basato sul conferimento in discarica (emblematico al riguardo l'autorizzazione concessa dalla Regione Puglia della discarica di Grottelline) o sul loro incenerimento. Deludenti sono stati d'altronde anche i risultati del percorso di mobilitazione attraverso il quale abbiamo presentato a numerosi amministrazioni comunali la delibera per adottare la Strategia Rifiuti Zero. Non fanno eccezione i Comuni della Provincia Bat dove in ogni caso come Movimento Legge Rifiuti Zero siamo riusciti a far diventare centrale nell'agenda politica locale la discussione della strategia che promuoviamo. L'unica città che ha approvato la delibera Rifiuti Zero è stata Margherita di Savoia nel dicembre scorso senza però aver ancora dato seguito all'attuazione dei punti che costituiscono la Strategia Rifiuti Zero. Questa situazione di stallo ha coinciso con un peggioramento della gestione dei rifiuti nel Comune di Margherita e con un'amministrazione Marrano incapace di affrontare le numerose criticità che rischiano di esplodere con la stagione estiva, nonostante le recenti dichiarazioni del nuovo direttore del servizio che preannuncia azioni per migliorare la situazione. Invece nella città di Trani la discussione della delibera Rifiuti Zero in Consiglio Comunale si è dimostrata una farsa visto che la maggioranza guidata dal Sindaco Riserbato ha approvato una delibera che è stata svuotata nei suoi contenuti principali, eliminando alcuni punti essenziali come la necessità di non avere sul proprio territorio discariche e inceneritori.

Questo in un comune proprietario di una discarica, gestita dall' AMIU, che dopo la circolare ministeriale del 6/8/2013, emessa a seguito della direttiva C.E., risulta sprovvista di una serie di requisiti, ragione che in altri luoghi ha determinato la chiusura di questi siti. Suddetta circolare, infatti, emessa lo scorso agosto dal Ministro dell'Ambiente, riconosce come trattamento adeguato dei rifiuti in discarica la tecnica della trito- vagliatura solo se accompagnata dalla stabilizzazione della frazione umida, onde evitare la formazione del percolato in falda e l'emissione di biogas in atmosfera. Questo nella discarica di Trani non avviene. Nella città di Barletta invece la strategia Rifiuti Zero è stata inserita all'interno delle linee programmatiche dell'Amministrazione Cascella ma fino ad oggi non è stato fatto nulla e la delibera da noi presentata giace da mesi in Commissione Ambiente. La partenza ad aprile del sistema di raccolta rifiuti "porta a porta" è dovuta più all'esigenza di evitare l'ecotassa(incremento del 5% di differenziata entro giugno) che ad una reale volontà di costruire, attraverso processi partecipativi, un nuovo percorso nella gestione dei rifiuti che, lo ribadiamo, rappresentano per la collettività una risorsa».