Ratti a Ponente, panico tra i bagnanti barlettani

Sotto accusa la pulizia delle spiagge e la scarsa manutenzione del Canale H

sabato 27 agosto 2016
La salubrità di cui le spiagge barlettane non godono da anni non rappresenta certo una questione nuova per la cittadinanza, né crea stupore il caratteristico odore malsano che ne infesta le acque. Ecco come una tranquilla e tradizionale giornata di mare sul finire dell'estate, per godersi l'ultimo sole, prima di tornare ognuno alle proprie mansioni possa trasformarsi in pochi attimi in "incubo" per tutti i bagnanti. Verso la tarda mattinata di ieri, un topo – di certo non facente parte della fauna marina locale – ha scatenato il panico tra gli ombrelloni dell'area adiacente uno degli ultimi stabilimenti balneari del Lungomare "Pietro Paolo Mennea". Fortunatamente per tutti i presenti, l'ospite indesiderato è stato velocemente allontanato, ma di certo non sono state poche le voci di protesta levatesi, ancora una volta, contro la scarsa igiene che domina sovrana soprattutto sul versante di Ponente.

Pulizia quasi inesistente e mancanza di manutenzione per l'impianto di depurazione del Canale H le principali accuse mosse dai cittadini, costretti ad usufruire di un mare maleodorante e dall'innaturale colore giallo. Il panorama marino e turistico poi è letteralmente sfigurato dalla creazione spontanea di una vera e propria palude che vede le proprie sponde estendersi ed occupare la zona del suddetto canale, attirando insetti di vario genere e misura nonché tutti i naturali abitanti di un habitat paludoso.

Se da un lato sussiste l'idea di una realtà che sembrerebbe invivibile sia al mattino che durante la sera, è vero anche il poco riguardo che in alcuni casi la cittadinanza stessa abbia verso un patrimonio comune come quello del lungomare. Bottiglie di vetro abbandonate su panchine o muretti e cartacce lasciate al loro destino dopo aver consumato, magari in compagnia, specialità delle varie pizzerie site nelle vicinanze, aggravano di certo la situazione igienica che si presta dunque ad un ciclo che non sembri avere fine. A chi imputare la colpa dunque?

Di certo una maggiore salvaguardia dell'intero ambiente urbano sarebbe quanto mai prospettiva da perseguire con i giusti mezzi e con l'adeguato grado di civiltà che dovrebbe contraddistinguere ogni cittadino che possa definirsi tale.