R-evolution, il regista Daniele Cascella e i cortometraggi

Il resoconto del seminario “Video-Il Matrimonio in corto”. L’incontro si è tenuto ieri pomeriggio presso la Sala Rossa

venerdì 11 marzo 2011
A cura di Luca Guerra
Nel pomeriggio di ieri, presso la Sala Rossa del Castello Svevo, si è tenuto un seminario dal titolo "VIDEO-IL MATRIMONIO IN CORTO". Nell'incontro, il regista Cascella, noto per cortometraggi quali "La canarina assassinata", ha spiegato davanti a una sala non propriamente gremita l'importanza del collegamento tra il regista e il musicista di un cortometraggio nella fase di realizzazione del "corto".

Durante l'incontro il regista barese ha analizzato i passaggi che fanno da sfondo alla costruzione di un cortometraggio, a partire appunto dalla musica. «Nel momento in cui si gira una scena, importante è collegare cosa si vuole dare al pubblico con la musica; deve quindi esistere un doppio binario tra il regista e il musicista. Deve esistere una forte sinergia tra il regista e il musicista».

A tal proposito, Cascella ha spiegato come Il musicista «ha spesso l'abilità di costruire la musica già dalla bozza dell'autore del cortometraggio; in tal senso si produce un effetto sorpresa nello spettatore, soprattutto quando la musica non sarà nota». L'importanza del legame, del binario doppio che si deve costituire tra il regista e il musicista è stata ribadita dopo la visione di alcuni esempi di cortometraggio, definendo come una necessità l'esistenza di una forte sinergia tra il regista e il musicista.

Nel montaggio della storia che fa da sfondo a un cortometraggio, a parere del 43enne regista e del competente pubblico presente in sala, « è importante la capacità di rottura della musica: si pensi al privilegio di utilizzare musiche originali, con sottofondi poco noti che automaticamente non distraggono lo spettatore e producono una maggiore attenzione alla scena che viene proiettata».

Per quanto riguarda ancora il montaggio della storia, il Cascella ha spiegato che «ogni storia ha un suo montaggio e un suo consumo interno, nel senso che si possono girare una moltitudine di film, ma ogni film avrà una storia che "dirige" la regia e il montaggio. E' la storia che ti indica quando fermarti nel montaggio».

«Tutti gli elementi nella costruzione della scena- - ha insistito il regista- sono utili, ma bisogna sempre tenere in primo piano la ricerca dell'emozione; si pensi ai dollying e ai carrelli, spesso sovrautilizzati nel cinema contemporaneo. E' importante anche non perseguire il contrario: la bellezza del cinema sta nel fatto che lo spettatore non deve badare troppo alla tecnica, la tecnica non deve cannibalizzare il resto. Come nella cucina, tutti gli ingredienti devono esser presenti e nessuno deve superare per eccesso gli altri».

L'incontro si è chiuso con un consiglio dispensato dal regista originario di Carbonara di Bari ai presenti: «se avete una storia da raccontare, raccontatela a chiunque. Il segreto è che una storia appassiona fino a quando tiene sulle corde le emozioni di chi racconta e ascolta». Peccato che ad ascoltare il fin troppo prezioso suggerimento ci fosse un uditorio troppo risicato.