Paolo Vitali per il crollo di via Roma: «L’arte deve avere una funzione sociale»
L’artista ha dedicato un’opera alle cinque vittime del crollo. Videomessaggio nella ricorrenza del 3 ottobre
venerdì 3 agosto 2012
«L'arte, per essere definita tale, deve avere una funzione sociale». Riscatta il valore dell'arte in tutte le sue declinazioni, non solo figurativa ma anche moderna, il professor Paolo Vitali, che dedica al ricordo del crollo di via Roma uno degli ultimi videomessaggi raccolti dai microfoni di Barlettalife. Parla proprio davanti all'opera da Vitali dedicata alle cinque vittime del crollo, a Tina, Matilde, Giovanna, Antonella e Maria, cinque farfalle bianche sulle macerie scure di via Roma.
Dieci mesi sono trascorsi dal 3 ottobre 2012, in cui i riflettori di tutto il paese per pochi giorni sono stati puntati su Barletta, e c'è chi ha pianto e si è commosso. Poi c'è anche chi ha dimenticato, ha sorvolato, ha pigramente sfogliato pagine di giornale cercando notizie più importanti. Ma c'è stato chi invece ha dedicato parole profonde, chi ha pensato che dalle macerie di via Roma potesse nascere una presa di coscienza per lo meno morale e sociale, che partiva dal basso, perché nei "piani alti" e nei corridoi dei potenti nessun terremoto ha fatto breccia nelle intangibili giacche di politici e amministratori.
Dalle parole di Vitali emerge un messaggio forte, caldo, positivo, di riscatto tramite l'arte e la creatività: pensieri che nessuno avrebbe il coraggio di esternare senza esserne pienamente convinti, in un periodo in cui è facile attaccare l'arte e la cultura, che secondo una convinzione diffusa "non riempiono la pancia". Parlare tramite la videocamera ai più sul valore intrinseco dell'arte, sui doveri dell'artista, sulla memoria indelebile possibile solo nella trasfigurazione artistica, è messaggio pedagogico che va oltre la ricorrenza del dramma di via Roma. L'auspicio è che tutte queste parole "collezionate" mese per mese da Barlettalife non vadano sepolte senza lasciare un più importante significato nella memoria di chi adesso sta leggendo.
Dieci mesi sono trascorsi dal 3 ottobre 2012, in cui i riflettori di tutto il paese per pochi giorni sono stati puntati su Barletta, e c'è chi ha pianto e si è commosso. Poi c'è anche chi ha dimenticato, ha sorvolato, ha pigramente sfogliato pagine di giornale cercando notizie più importanti. Ma c'è stato chi invece ha dedicato parole profonde, chi ha pensato che dalle macerie di via Roma potesse nascere una presa di coscienza per lo meno morale e sociale, che partiva dal basso, perché nei "piani alti" e nei corridoi dei potenti nessun terremoto ha fatto breccia nelle intangibili giacche di politici e amministratori.
Dalle parole di Vitali emerge un messaggio forte, caldo, positivo, di riscatto tramite l'arte e la creatività: pensieri che nessuno avrebbe il coraggio di esternare senza esserne pienamente convinti, in un periodo in cui è facile attaccare l'arte e la cultura, che secondo una convinzione diffusa "non riempiono la pancia". Parlare tramite la videocamera ai più sul valore intrinseco dell'arte, sui doveri dell'artista, sulla memoria indelebile possibile solo nella trasfigurazione artistica, è messaggio pedagogico che va oltre la ricorrenza del dramma di via Roma. L'auspicio è che tutte queste parole "collezionate" mese per mese da Barlettalife non vadano sepolte senza lasciare un più importante significato nella memoria di chi adesso sta leggendo.