Palazzo della Marra cornice della presentazione del catalogo "Giuseppe De Nittis, La firma segreta"
Una serata per riscoprire De Nittis. «C'è ancora tanto da scoprire e studiare su questo grande pittore»
lunedì 22 settembre 2025
13.41
Si è svolto nel pomeriggio dello scorso venerdì, nell'atrio di Palazzo della Marra, la presentazione del catalogo "Giuseppe De Nittis, La firma segreta. Diario di una mostra", edito da Sferaedizioni. La discussione si è aperta con i saluti del giornalista Giacomo Annibaldis, i cui particolari ringraziamenti sono andati a Chrisrine Farese Sperken, curatrice del libro.
Parlando del volume, ha rimarcato l'importanza che questo libro dà alla storia di De Nittis, pittore che è quasi sempre stato messo in ombra rispetto agli altri artisti del suo genere. Finalmente Barletta è riuscita a mettere in risalto il concittadino, con il lavoro svolto insieme agli esperti e le varie pubblicazioni. I dipinti presenti nella Pinacoteca De Nittis hanno dato la possibilità all'artista di essere accolto nuovamente a Parigi e apprezzato (nel 2010) come impressionista italiano.
"Con questa mostra e questo catalogo si fa un ulteriore passo a dimostrare che c'è ancora tanto da scoprire e studiare su questo grande pittore. afferma inoltre Annibaldis. E poi ammette: "C'è questo piccolo rammarico che ho sulla sua storia: nonostante sia stato uno dei primi a mettere in pratica e apprezzare il Giapponesismo, come mostrato nella collezione di quadri presentati, nei libri di storia dell'arte De Nittis non è mai stato nominato".
In seguito, il sindaco Cosimo Cannito ha salutato e ringraziato i presenti, considerando quanto lavoro ci sarebbe da fare su De Nittis per far comparire il suo nome accanto a quello dei grandi pittori dell'epoca. Uno dei suoi sforzi per questo, insieme all'amministrazione, è stato quello di cercare di portare le opere dell'artista barlettano a Osaka, per mostrare il Giapponesismo presente in alcune opere, ma non fu possibile.
Passata la parola alla curatrice Anita Guarnieri, che ha elogiato la serata come "Una serata di grande gratificazione". Ha raccontato che il catalogo è stato preparato in poco tempo: si può considerare un "piccolo miracolo, avvenuto grazie al lavoro di gruppo e alla casa editrice". In questo campo è in corso un processo di crescita dal 2022, con l'amministrazione comunale. La curatrice ha spiegato con grande impegno e competenza tutto il procedimento che le opere subiscono fino ad arrivare alla mostra, e come effettivamente una mostra è possibile. "Si pensò di iniziare delle opere di De Nittis a Washington. L'idea nasce lì, con la voglia di raccontare" ha spiegato Gualtieri.
Le opere sono state restaurate a Roma, e proprio durante questo passaggio, sono state rinvenute una spiga di graminacea tra la tela e il telaio dell'opera Procella e nello stesso identico punto una piuma di struzzo nell'opera Natura Morta. Inoltre, quest'ultimo dipinto presenta una tecnica innovativa, per l'impiego dei colori metallici simil oro e argento e l'applicazione di una striscia di carta stampata, presumibilmente un ritaglio di carta da parati dipinta al centro. Tale elemento, che concretamente riproduce un kakemono piuttosto che fingerlo pittoricamente, permetterebbe di considerare l'opera come il primo collage nella storia dell'arte moderna, anticipando di almeno tre decenni le sperimentazioni cubiste.
Secondo le curatrici e i collaboratori, quegli oggetti nascosti sono stati messi intenzionalmente da De Nittis che ha voluto testimoniare il ricordo di un momento e un'emozione specifici: la firma segreta.
Christine Farese Sparken rende noto che di fatti De Nittis è stato il primo a sentire il fascino e praticare il giapponesismo: a 20 anni ha avuto la sensibilità di scoprirlo e sperimentare. "Tanti quadri sono stati rovinati nel tempo e aver trovato due intatti con gli oggetti nascosti è stata veramente una fortuna. Ogni quadro ha anche una storia."
La studiosa afferma che l'autenticità delle opere è garantita perché tanti quadri vengono direttamente dalla casa di De Nittis, conservati e donati dalla moglie.
Infine, l'assessore alla cultura di Barletta Oronzo Cilli ha ringraziato il supporto della Regione Puglia, dello Stato, dell'Ambasciata italiana, che si stanno impegnando a rendere De Nittis il rappresentante della città. "Ci sono già nei piani delle esposizioni in varie pinacoteche d'Italia grazie a tutti i collaboratori di Barletta, i quadri sono entrati in un circuito più grande di quello dei musei civici." e poi, prosegue: "Sono convinto che grazie al Ministero della Cultura si potrà portare De Nittis al centro della cultura italiana e dell'impressionismo."
Per concludere, Anita Gualtieri ha ringraziato tutti i suoi collaboratori e i presenti, invitando a visitare la mostra e leggere il libro presentato. In occasione dell'evento, è stata lei in persona a fare da guida ai presenti.
Parlando del volume, ha rimarcato l'importanza che questo libro dà alla storia di De Nittis, pittore che è quasi sempre stato messo in ombra rispetto agli altri artisti del suo genere. Finalmente Barletta è riuscita a mettere in risalto il concittadino, con il lavoro svolto insieme agli esperti e le varie pubblicazioni. I dipinti presenti nella Pinacoteca De Nittis hanno dato la possibilità all'artista di essere accolto nuovamente a Parigi e apprezzato (nel 2010) come impressionista italiano.
"Con questa mostra e questo catalogo si fa un ulteriore passo a dimostrare che c'è ancora tanto da scoprire e studiare su questo grande pittore. afferma inoltre Annibaldis. E poi ammette: "C'è questo piccolo rammarico che ho sulla sua storia: nonostante sia stato uno dei primi a mettere in pratica e apprezzare il Giapponesismo, come mostrato nella collezione di quadri presentati, nei libri di storia dell'arte De Nittis non è mai stato nominato".
In seguito, il sindaco Cosimo Cannito ha salutato e ringraziato i presenti, considerando quanto lavoro ci sarebbe da fare su De Nittis per far comparire il suo nome accanto a quello dei grandi pittori dell'epoca. Uno dei suoi sforzi per questo, insieme all'amministrazione, è stato quello di cercare di portare le opere dell'artista barlettano a Osaka, per mostrare il Giapponesismo presente in alcune opere, ma non fu possibile.
Passata la parola alla curatrice Anita Guarnieri, che ha elogiato la serata come "Una serata di grande gratificazione". Ha raccontato che il catalogo è stato preparato in poco tempo: si può considerare un "piccolo miracolo, avvenuto grazie al lavoro di gruppo e alla casa editrice". In questo campo è in corso un processo di crescita dal 2022, con l'amministrazione comunale. La curatrice ha spiegato con grande impegno e competenza tutto il procedimento che le opere subiscono fino ad arrivare alla mostra, e come effettivamente una mostra è possibile. "Si pensò di iniziare delle opere di De Nittis a Washington. L'idea nasce lì, con la voglia di raccontare" ha spiegato Gualtieri.
Le opere sono state restaurate a Roma, e proprio durante questo passaggio, sono state rinvenute una spiga di graminacea tra la tela e il telaio dell'opera Procella e nello stesso identico punto una piuma di struzzo nell'opera Natura Morta. Inoltre, quest'ultimo dipinto presenta una tecnica innovativa, per l'impiego dei colori metallici simil oro e argento e l'applicazione di una striscia di carta stampata, presumibilmente un ritaglio di carta da parati dipinta al centro. Tale elemento, che concretamente riproduce un kakemono piuttosto che fingerlo pittoricamente, permetterebbe di considerare l'opera come il primo collage nella storia dell'arte moderna, anticipando di almeno tre decenni le sperimentazioni cubiste.
Secondo le curatrici e i collaboratori, quegli oggetti nascosti sono stati messi intenzionalmente da De Nittis che ha voluto testimoniare il ricordo di un momento e un'emozione specifici: la firma segreta.
Christine Farese Sparken rende noto che di fatti De Nittis è stato il primo a sentire il fascino e praticare il giapponesismo: a 20 anni ha avuto la sensibilità di scoprirlo e sperimentare. "Tanti quadri sono stati rovinati nel tempo e aver trovato due intatti con gli oggetti nascosti è stata veramente una fortuna. Ogni quadro ha anche una storia."
La studiosa afferma che l'autenticità delle opere è garantita perché tanti quadri vengono direttamente dalla casa di De Nittis, conservati e donati dalla moglie.
Infine, l'assessore alla cultura di Barletta Oronzo Cilli ha ringraziato il supporto della Regione Puglia, dello Stato, dell'Ambasciata italiana, che si stanno impegnando a rendere De Nittis il rappresentante della città. "Ci sono già nei piani delle esposizioni in varie pinacoteche d'Italia grazie a tutti i collaboratori di Barletta, i quadri sono entrati in un circuito più grande di quello dei musei civici." e poi, prosegue: "Sono convinto che grazie al Ministero della Cultura si potrà portare De Nittis al centro della cultura italiana e dell'impressionismo."
Per concludere, Anita Gualtieri ha ringraziato tutti i suoi collaboratori e i presenti, invitando a visitare la mostra e leggere il libro presentato. In occasione dell'evento, è stata lei in persona a fare da guida ai presenti.