«Nessuno spazio per i fascisti nella nostra città»

Polemiche dopo la violenta aggressione di uno studente

lunedì 12 ottobre 2015 0.00
«La notizia dell'aggressione, da parte di un gruppo di fascisti, subita da un sedicenne barlettano, a margine di una manifestazione studentesca, racconta di una vera e propria spedizione punitiva, di carattere squadrista, messa in atto da una ventina di persone, alcune delle quali a volto coperto, che sono andate a caccia del ragazzo e, non appena questi si è trovato in luogo abbastanza isolato dei giardini del castello, l'hanno brutalmente picchiato. Questo inumano episodio non è che la conferma di quanto da tempo denunciamo: i fascisti, del vecchio e del "nuovo millennio", cercano di mascherare le proprie matrici di odio e violenza unendosi in realtà associative nel tentativo di farsi strada nella società, ma non hanno mai smesso di fare della sopraffazione fisica e della violenza il cardine della loro azione politica». Scrive così Ruggiero Quarto, Presidente ANPI "Dante di Nanni" Barletta.

«Gli avvenimenti di Barletta sono lo specchio di ciò che la storia avrebbe dovuto insegnare a tutti noi, a partire dalle istituzioni, che ancora oggi lasciano spazio a organizzazioni che nulla hanno a che vedere con la "democrazia" alla quale si appellano per avere qualche tipo di legittimazione. Per questo motivo è fondamentale impedire con tutti i mezzi che le organizzazioni neofasciste non siano autorizzate ad avere uno spazio politico nel nostro territorio, che si tratti di banchetti informativi, cortei o sit in. È però necessaria in questa fase una forte presa di coscienza e di responsabilità da parte dell'amministrazione comunale, affinché si riconosca l'illegittimità di questi soggetti nel contesto politico e associativo, e affinché si eviti che continuino a crescere e a far sentire minacciati tutti coloro i quali non accettano che il nero volto del fascismo torni, mascherato, a camminare fiero e sicuro di sé tra le nostre strade. Abbiamo il dovere di dirlo con chiarezza: il fascismo non è un'idea, è barbarie, e come barbarie dobbiamo condannarlo».