Natale ai margini, l’appello dell’Ambulatorio Popolare: «Servono più strutture e inclusione»
Dalla morte del clochard Pietro al ricordo di Ahmed Saki passando per il giovane del Bangladesh che vive in uno scatolone
domenica 28 dicembre 2025
1.07
C'è un Natale che non trova spazio nelle cartoline ed è quello vissuto dalle persone costrette a vivere ai margini della società. A raccontarlo sono i volontari dell'Ambulatorio Popolare di Barletta, impegnati quotidianamente nell'assistenza ai più fragili.
La recente morte del clochard Pietro, trovato senza vita il 25 dicembre a Bari, riporta l'attenzione su un'emergenza che durante le festività diventa ancora più drammatica. «Quella notizia – spiega Cosimo Matteucci, responsabile dell'Ambulatorio Popolare – mi ha fatto tornare alla mente la tragedia di Ahmed Saki, morto per il freddo a Barletta nel febbraio 2021, nella zona dell'ex teleferica, dove ancora oggi vivono lavoratori agricoli in condizioni di forte degrado».
Un'altra storia simbolo è quella di un giovane del Bangladesh, incontrato dai volontari ai margini del centro storico. Vive per strada, in uno scatolone, con una gamba malata che gli rende difficile muoversi. «Gli abbiamo portato un cappuccino caldo e un cornetto – racconta Matteucci – un gesto necessario, ma non sufficiente».
Secondo il responsabile dell'Ambulatorio Popolare, non si tratta di sfortuna ma di un problema strutturale. «È un sistema che permette che qualcuno non abbia nulla, nemmeno un letto o cure, mentre lo spreco diventa normalità». Da qui l'appello al mutualismo e a un maggiore impegno delle istituzioni: «Servono immobili, posti letto, strutture inclusive e mediatori culturali».
L'auspicio per il futuro è quello di «rafforzare la rete mutualistica, con il supporto delle istituzioni e una collaborazione sempre più stretta tra le associazioni del territorio».
La recente morte del clochard Pietro, trovato senza vita il 25 dicembre a Bari, riporta l'attenzione su un'emergenza che durante le festività diventa ancora più drammatica. «Quella notizia – spiega Cosimo Matteucci, responsabile dell'Ambulatorio Popolare – mi ha fatto tornare alla mente la tragedia di Ahmed Saki, morto per il freddo a Barletta nel febbraio 2021, nella zona dell'ex teleferica, dove ancora oggi vivono lavoratori agricoli in condizioni di forte degrado».
Un'altra storia simbolo è quella di un giovane del Bangladesh, incontrato dai volontari ai margini del centro storico. Vive per strada, in uno scatolone, con una gamba malata che gli rende difficile muoversi. «Gli abbiamo portato un cappuccino caldo e un cornetto – racconta Matteucci – un gesto necessario, ma non sufficiente».
Secondo il responsabile dell'Ambulatorio Popolare, non si tratta di sfortuna ma di un problema strutturale. «È un sistema che permette che qualcuno non abbia nulla, nemmeno un letto o cure, mentre lo spreco diventa normalità». Da qui l'appello al mutualismo e a un maggiore impegno delle istituzioni: «Servono immobili, posti letto, strutture inclusive e mediatori culturali».
L'auspicio per il futuro è quello di «rafforzare la rete mutualistica, con il supporto delle istituzioni e una collaborazione sempre più stretta tra le associazioni del territorio».