Mettete (e mettiamo) fine a questo degrado

Siamo tutti testimoni e vigilanti di piccoli, grandi disagi cittadini

giovedì 29 maggio 2014
A cura di Ida Vinella
La colpa è nostra, solo nostra. Se fossimo tutti dotati di un'integerrima coscienza civica, non staremmo qui a scrivere, a divulgare ciò che di degradante succede su un mezzo di informazione. Parte di ciò che quotidianamente appare sulle pagine del nostro giornale è realizzato e segnalato dagli stessi cittadini, da voi lettori più o meno fiduciosi in un'informazione dal basso, che dalle strade arriva nelle stanze chiuse di un'amministrazione che francamente appare sempre più disponibile al confronto, alla riparazione dei tanti piccoli, grandi disagi di questa affollata città.

Piccole, grandi finestre su ciò che non va vengono aperte, spalancate da chi sempre più spesso ci scrive, attraverso email di segnalazione, gli iReport, la nostra pagina Facebook. Il riscontro, quello concreto e non virtuale, arriva e non ci vergogniamo a condividerlo.

Gentile redazione dopo l'uscita dell'articolo riguardante il mancato recapito dei bidoni condominiali per la differenziata, volevo informarvi che oggi pomeriggio magicamente i bidoni sono stati portati ai vari condomini, sarà un caso? Grazie.

Salve, Ho scritto qualche giorno fa la nota da voi pubblicata, in merito al tombino infossato sotto casa mia. Giusto per dovere di cronaca ci tenevo a informarvi che ieri mattina si è presentato a casa un geometra del comune e che nel giro di un'ora il disservizio è stato risolto. Tutto questo grazie alla vostra redazione che si è prodigata per dare giusta voce al mio sfogo. Grazie ancora, Dott. Giordano Defente

Come loro, tanti altri che forse non trovano il tempo per un ringraziamento, ma a cui abbiamo dato la possibilità di esporre un disagio. Molti altri tornano a scriverci periodicamente su alcuni argomenti: rifiuti in strada, parcheggi selvaggi, degrado del verde pubblico. Tra i temi più gettonati, l'invivibilità dei giardini De Nittis, che ben lontani dall'aura di bellezza legata al nome che portano, sono terra di nomadi e di incuria. Ne siamo stati testimoni ancora ieri pomeriggio: un'intera famiglia di stranieri (marito, moglie e due figli adolescenti) con le gambe a mollo nell'acqua torbida della fontana, monumento al decadimento. Inglorioso biglietto da visita per ospiti e turisti che arrivano in città, proprio come ci era stato fatto presente da un lettore tempo fa.

Occorre ricominciare dalle piccole cose, senza esitazioni. A chi sostiene che mostrare i cumuli di polvere nascosti sotto il tappeto è non solo sbagliato, ma anche controproducente, occorre precisare una cosa: non scriveremmo tutto ciò (e non lo scrivereste voi lettori) se non avessimo tutti un'altissima considerazione della nostra Barletta. Altrimenti rimarremmo in silenzio, a crogiolarci nel nostro comune degrado. Allora potremmo dire che la nostra colpa è convivere con il disagio, ma anche denunciarlo: siamo tutti colpevoli di voler gridare quanto Barletta sia migliorabile, cambiano i mezzi, cambiano le formalità, ma la necessità di progredire è l'imprescindibile minimo comun denominatore. Arriverà anche il tempo per elogiare eccellenze e bellezze della nostra città, perché ne abbiamo in abbondanza, senza peccare di superbia.

Voler migliorare Barletta partendo dal comune degrado deve essere il comune impegno.