Mennea (Pd): “L’Arif faccia il proprio dovere e lo faccia subito, non c’è più tempo da perdere”

Impianto di affinamento a Barletta, non ancora espletata tutta la documentazione formale. «Scadenze raggiunte»

venerdì 18 maggio 2012
«Non c'è più tempo da perdere, l'impianto di affinamento delle acque reflue di Barletta deve entrare in funzione, la stagione irrigua è ormai alle porte e gli agricoltori devono poter contare sulle acque reflue opportunamente depurate per irrigare i propri campi». Ruggiero Mennea, consigliere regionale del Partito Democratico stigmatizza il ritardo dell'Arif (Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali), «che non ha ancora consegnato il programma di riutilizzo delle risorse idriche», aggiunge Mennea, «impedendo così, di fatto, che si possa procedere con la sottoscrizione del protocollo d'intesa per la gestione e il consequenziale avvio dell'impianto».

«Eppure», sottolinea l'esponente democratico, «nella riunione del 24 aprile scorso la Regione Puglia aveva fissato nella data del 14 maggio la scadenza per la trasmissione ufficiale di tutti i documenti, ciascuno per le proprie competenze, da parte dei soggetti coinvolti, vale a dire Acquedotto Pugliese, Consorzio di bonifica, Provincia Bat, Comune di Barletta e, appunto, Arif, con quest'ultima che è stata l'unica a non rispettare i tempi, bloccando così l'iter burocratico, malgrado il tempo stringa poiché la stagione irrigua sta per cominciare. Tutto questo è inaccettabile. L'Arif è un'agenzia che dovrebbe produrre servizi pubblici efficienti e che invece, paradossalmente, arreca gravi disagi. Faccia il proprio dovere, e lo faccia subito».

«D'altronde il funzionamento dell'impianto», conclude Mennea, «oltre che garantire un approvvigionamento di acqua agli agricoltori, eviterebbe anche il depauperamento delle falde acquifere scongiurando l'uso di acque salmastre in agricoltura, molto dannose per le colture, e disincentiverebbe la realizzazione di pozzi, costosi quanto dannosi per l'ambiente. E non solo. Un altro obiettivo pubblico che si mina tenendo fermo l'impianto è la riduzione dell'inquinamento marittimo alla vigilia della stagione balneare, visto che le acque reflue, seppur depurate, non sarebbero più scaricate in mare. Alla luce tutto ciò, il ritardo dell'Arif è ancora più intollerabile».