Maria Picardi Coliac, l'artista barlettana racconta il suo amore infinito per l'arte

Ha raggiunto l'età di 96 anni e racconta con tenerezza tutto il suo percorso artistico

domenica 11 settembre 2022
Cresciuta presso la scuola di Vincenzo De Stefano, la pittrice barlettana ha esposto per la prima volta i suoi quadri nel 1943. Tanti ricordi, emozioni, ma lei, Mimma (come la chiamano in famiglia) non si è mai fermata. «Riconosco di avere dei momenti di stanchezza – ammette – l'età si fa sentire ma non posso tradire la mia naturale inclinazione. Vivo in perfetta armonia con i miei progetti che diventano opere».

Nei suoi lavori l'appassionante testimonianza di una esistenza trascorsa riportando sulla tela sentimenti, gioie, amarezze, dolori. L'autenticità degli affetti è rappresentata con le maternità, i ritratti, i paesaggi della nostra Puglia, i mestieri aviti; l'allegria delle maschere, del carnevale di Venezia e di Putignano si contrappone alla malinconia dei Pierrot, alle nature morte; c'è poi la sensualità dei gitani, dei tangheri, che si accosta alla leggerezza e bellezza delle ballerine e dei nudi. Una ricca produzione che abbraccia un lunghissimo percorso artistico.
Coliac
Coliac
Coliac
Coliac
Coliac
«C'è il rammarico di non aver perseverato con la scultura» dice Maria Picardi Coliac. Conserva gelosamente due faccine di creta raffiguranti Eolo, re dei venti e la zia Nannina. «Mi è sempre piaciuto modellare e impastare, la manualità fa parte di me. Mi considero una artigiana e una operaia del pennello» sottolinea.
Mai doma, Maria Picardi Coliac mostra le ultime creazioni targate 2022 (l'equilibrista e la domatrice) che hanno concluso la parentesi relativa al Circo e ai suoi protagonisti.

«Dopo il grigiore, l'anno in corso, mi ha ispirato un rinnovamento con una esplosione di tonalità gialle, rosse e azzurre. Ma è solo pura illusione e apparenza. Del resto – afferma – i circensi sono costretti a farci ridere e a meravigliarci ma le problematiche permangono. È tutto effimero. Il Circo calza perfettamente questo periodo, molto difficile e problematico. Rappresenta l'attuale criticità della nostra quotidianità che lotta tra attimi distruttivi e aneliti di ritrovamento».

L'artista, nel 2005, ha anche pubblicato un libro di poesie intitolato "Rugiada di vita". Il testo raccoglie le sue liriche, per lei "esigenza interiore di liberazione". Spesso, le rilegge, si sofferma su alcune. Gli ultimi versi de "Il tempo che passò" riflettono la sua quotidianità "Rievocando percezioni di sogno rivivere potrò i cancellati anni. Di lor e con lor vivendo la solitudine lenir mi parrà".

«Le sensazioni dell'età che avanza – spiega – inducono ad analizzare il cammino esistenziale di ognuno di noi. Le mie figlie, i nipoti e pronipoti costituiscono il mio mondo insieme alle opere che scandiscono le tappe del mio itinerario di donna, moglie, madre, nonna e bisnonna. Le inevitabili amarezze che la vita mi ha riservato si sono riscattate al richiamo della spiritualità e della mia forza interiore».

Ai piccoli di casa dedica i suoi nuovi bozzetti. La soavità dei volti dei bimbi riempie le sue giornate e stimola il suo inconfondibile stile.