Maglia nera a Barletta per la mancanza di donne in giunta, Pastore: «Il sindaco rifletta»

Il consigliere, come la Fornero ad Alemanno, chiede l'adeguamento delle quote rosa. «Ho già avuto occasione di esprimermi su tale carenza»

martedì 21 febbraio 2012 19.12
«Barletta rappresenta una controtendenza nazionale, mentre in tutta Italia, in tutti i comuni che sono andati al voto nell'ultima tornata elettorale, la presenza di donne in giunta è aumentata, a Barletta è accaduto il contrario: prima del voto c'era un assessore donna su dieci, dopo il voto ci sono otto uomini su otto». E' una vecchia battaglia quella condotta dal consigliere regionale Franco Pastore, in merito alla presenza femminile nelle Giunte. Così la risposta al primo cittadino: «Ho già avuto occasione di esprimermi su tale carenza e sul fatto che non debbano essere i tribunali a disporre che vi siano donne negli esecutivi, ma la politica. A oggi, e di tempo ne è passato, le cose nella mia città non sono cambiate. Mi auguro che questa "maglia nera" in ambito nazionale faccia riflettere il sindaco di Barletta, Nicola Maffei».

Argomento non nuovo: pochi giorni or sono, la Fornero spesso attiva in tal senso anche intervenendo in materia di costume comune, ha chiesto conto a Gianni Alemanno, sindaco di Roma, della scarissima rappresentanza femminile nella sua giunta. Pepata la risposta del primo cittadino capitolino, che merita lettura: ««Le posso garantire che il problema della rappresentanza femminile è da sempre al centro della mia attenzione e delle mie riflessioni - scirve Alemanno nella lettera di risposta - Purtroppo, come forse lei non saprà, il deficit di rappresentanza femminile si riflette direttamente dalla nostra Assemblea capitolina dove su 60 consiglieri sono state solo 4 le elette in tutti gli schieramenti, ovvero meno del 7%. La necessità di contemperare la rappresentanza di genere con la rappresentanza elettorale non mi ha permesso, allo stato attuale, di inserire più di 2 donne in una Giunta composta da 12 assessori, ovvero quasi il 17% di presenza femminile, cioè più del doppio della percentuale di rappresentanza presente in Assemblea capitolina».

Problema non nuovo ma di difficile soluzione perchè afferisce non già ad una decisione discrezionale bensì ad un fatto di preferenze. Utile che se ne parli per raggiungere un difficile obiettivo che trascende ormai sopite lotte di genere.