Licenziato operaio a Barletta, Rizzi: «Avrebbe denunciato la mancanza dei Dpi»
L'azienda ha ritenuto tale comportamento "lesivo dell'immagine della nostra società"
venerdì 15 maggio 2020
23.48
«In tempi di Coronavirus, accade che un lavoratore, Rsu sindacale e responsabile sicurezza, viene licenziato in tronco dopo aver denunciato, attraverso il suo sindacato di riferimento, la mancanza di dispositivi di protezione individuali - scrive Michele Rizzi, Assemblea permanente Diritti Lavoro Ambiente».
«È quanto successo a Luigi Lionetti, dipendente della Notaro group servizi srl che ha in gestione i servizi cimiteriali della città di Barletta. L'operaio in questione ha ricevuto la lettera di licenziamento con effetto immediato il 6 aprile perché avrebbe pubblicizzato un articolo sul suo profilo fb (cosa fatta dalla moglie, avendo un profilo condiviso) dove la Filcams Cgil, sindacato del quale Lionetti è tra l'altro rappresentante sindacale aziendale, denunciava la mancanza di dispositivi di protezione individuali (l'azienda ovviava solo il 31 marzo). La Notaro group ha ritenuto tale comportamento "lesivo dell'immagine della nostra società", come se dotarsi di dispositivi di protezione individuali fosse facoltativo, come se la salute dei lavoratori e di chi frequenta il cimitero per trovare i propri cari fosse un optional.
Infatti, in tempi di Corona virus, dove il rischio contagio è rischiosissimo, un lavoratore che sollecita la sua azienda a dotarsi di dispositivi di protezione individuali, quale protezione per i lavoratori e per gli altri, viene "premiato" con il licenziamento. La realtà è che la Notaro group ha voluto sbarazzarsi di un operaio scomodo che ha sempre fatto valere i propri diritti e quelli dei propri colleghi (il Lionetti assieme ad altri lavoratori ex interinali e al sottoscritto, promosse la lotta che portò alla loro assunzione in Bar.sa dopo mesi e mesi di vertenza)».
«Il secondo problema riguarda l'amministrazione comunale - conclude. Infatti il sindaco di Barletta, Cannito e l'assessore ai servizi pubblici Passero, che sono da tempo al corrente della vicenda, si lavano le mani come Ponzio Pilato, permettendo all'azienda leccese di fare il bello e il cattivo tempo licenziando un lavoratore semplicemente per aver denunciato la mancanza di Dpi, cosa sulla quale avrebbe dovuto vigilare loro, visto che sono anche i responsabili dell'appalto del servizio. Per questo il sottoscritto ha chiesto un incontro urgente al sindaco per trovare una soluzione alla vicenda perché richiami l'azienda all'osservanza del rispetto dei diritti dei lavoratori e della comunità barlettana (non fosse altro perché l'azienda leccese ha avuto l'appalto dal Comune di Barletta), reintegrando immediatamente il lavoratore.
Di certo, di fronte al silenzio di Comune e società, saremo costretti ad intraprendere varie forme di lotta».
«È quanto successo a Luigi Lionetti, dipendente della Notaro group servizi srl che ha in gestione i servizi cimiteriali della città di Barletta. L'operaio in questione ha ricevuto la lettera di licenziamento con effetto immediato il 6 aprile perché avrebbe pubblicizzato un articolo sul suo profilo fb (cosa fatta dalla moglie, avendo un profilo condiviso) dove la Filcams Cgil, sindacato del quale Lionetti è tra l'altro rappresentante sindacale aziendale, denunciava la mancanza di dispositivi di protezione individuali (l'azienda ovviava solo il 31 marzo). La Notaro group ha ritenuto tale comportamento "lesivo dell'immagine della nostra società", come se dotarsi di dispositivi di protezione individuali fosse facoltativo, come se la salute dei lavoratori e di chi frequenta il cimitero per trovare i propri cari fosse un optional.
Infatti, in tempi di Corona virus, dove il rischio contagio è rischiosissimo, un lavoratore che sollecita la sua azienda a dotarsi di dispositivi di protezione individuali, quale protezione per i lavoratori e per gli altri, viene "premiato" con il licenziamento. La realtà è che la Notaro group ha voluto sbarazzarsi di un operaio scomodo che ha sempre fatto valere i propri diritti e quelli dei propri colleghi (il Lionetti assieme ad altri lavoratori ex interinali e al sottoscritto, promosse la lotta che portò alla loro assunzione in Bar.sa dopo mesi e mesi di vertenza)».
«Il secondo problema riguarda l'amministrazione comunale - conclude. Infatti il sindaco di Barletta, Cannito e l'assessore ai servizi pubblici Passero, che sono da tempo al corrente della vicenda, si lavano le mani come Ponzio Pilato, permettendo all'azienda leccese di fare il bello e il cattivo tempo licenziando un lavoratore semplicemente per aver denunciato la mancanza di Dpi, cosa sulla quale avrebbe dovuto vigilare loro, visto che sono anche i responsabili dell'appalto del servizio. Per questo il sottoscritto ha chiesto un incontro urgente al sindaco per trovare una soluzione alla vicenda perché richiami l'azienda all'osservanza del rispetto dei diritti dei lavoratori e della comunità barlettana (non fosse altro perché l'azienda leccese ha avuto l'appalto dal Comune di Barletta), reintegrando immediatamente il lavoratore.
Di certo, di fronte al silenzio di Comune e società, saremo costretti ad intraprendere varie forme di lotta».