La toccante testimonianza del medico barlettano dopo la morte della giovane Antonietta

«Siamo impotenti. È impossibile curare tutti contemporaneamente, non abbiamo personale e strumenti adeguati»

venerdì 20 novembre 2020 19.18
Se abbiamo deciso di unirci alle migliaia di persone che in poche ore hanno letto e condiviso la drammatica testimonianza di Giuseppe Carpagnano, giovane medico che lavora nell'ospedale di Barletta, condividendola sulla nostra testata, è perché siamo convinti che parole come le sue e quelle degli altri medici e operatori sanitari che stanno vivendo in prima linea la terribile esperienza del Covid-19 debbano essere diffuse e ripetute e fatte conoscere in ogni modo possibile.

Dal profilo facebook del dottore sorride il suo bellissimo bimbo, poco più grande, sembra, del figlioletto della giovane Antonietta Abbatangelo, morta ieri proprio nell'ospedale barlettano. Sarà stata l'esperienza di giovane padre, oltre che di medico, a provocare il fiume di parole versato sulla tastiera del pc o del cellulare, di pancia, di getto e di disperazione. Per un medico sentirsi responsabile, ma impotente al tempo stesso a causa della insufficienza e inadeguatezza di un sistema sanitario che ha avuto anche il tempo estivo per armarsi di qualche presidio in più è causa di frustrazione e angoscia. Eppure il dottore invita a non sprecare energie in polemiche e invece a collaborare tutti con senso civico e spirito di solidarietà, in questo momento il vero presidio che può arginare la pandemia. Riportiamo il testo integralmente, poiché ogni frase andrebbe scolpita nella mente di ognuno di noi.

«Ho appreso della notizia della giovane donna tranese, mamma di un'innocente creatura di soli 14 mesi, deceduta dopo ore di attesa in PS qui a Barletta. È deceduta con il Covid, questo è sicuro, ma non si può ammettere, con certezza, che sia deceduta per il Covid! Sono giorni ormai che ho il morale sotto i piedi, somatizzo troppo quello che sta succedendo. La tensione tra i colleghi di lavoro è al limite, l'angoscia prima del turno è ormai una costante!! Gli sguardi impauriti di questi pazienti si imprimono nella memoria indelebilmente, così come l'immagine di quel volto spento, di quel corpo esanime. La memoria tattile di quelle mani ghiacciate, i rumori confusionari di quelle stanze echeggiano per giorni!

Torno a casa distrutto, dopo un turno notturno di 12 ore, e quando pensi che, tutto sommato, non è andata malissimo, ti arriva il messaggio del collega per informarti che la paziente di cui gli hai parlato è deceduta...si me lo aspettavo...ma inevitabilmente cerco di capire quali siano state le mie responsabilità sull'accaduto! In questa situazione siamo impotenti...è impossibile curare tutti contemporaneamente! Non abbiamo personale e strumenti adeguati!

Il Covid, le sue complicanze, l'assenza di strumenti e posti letto vanificano ogni tentativo di azione! Quella ragazza era giovanissima, la notizia della sua morte mi ha sconvolto! Sempre lei il 9 Ottobre scriveva un post in favore dei commercianti e concludeva "Esiste un punto in cui le misure per contrastare il virus uccidono più del virus stesso".

Lei adesso non c'è più...e nonostante stesse esprimendo un concetto differente, aveva comunque ragione! Probabilmente sono state le misure inefficaci per contrastare il virus ad ucciderla. E dico probabilmente perché la forza devastante di questa malattia ha messo tutti di spalle al muro, aprendo voragini di incertezze nel mondo della scienza. Oggi, come due giorni fa, sto male perché ho paura di non aver fatto tanto per quei poveri anziani, ultraottantenni, ma che avevano tutto il diritto di continuare a vivere, di continuare ad essere i nostri nonni!

Non oso immaginare cosa stiano provando i colleghi che hanno assistito al decesso di quella ragazza, giovane, neo mamma! Mentre qualcuno starà, giustamente, invocando giustizia per quella povera anima, qualcun altro si starà contorcendo nel dolore e nei pensieri per non essere stato in grado di aiutarla!!

A marzo, quando abbiamo assistito da spettatori al disastro in Lombardia, abbiamo pensato "se fosse successo qui da noi sarebbe stata un'ecatombe!". Ci sono grandi responsabilità che, a tempo debito, andranno chiarite! Ora non c'è tempo per fare polemica, ma bisogna agire immediatamente altrimenti continueranno ad esserci tante altre morti ingiuste!

Se lo stato non acconsentirà al Lockdown della nostra provincia allora facciamolo noi, dimostrando senso civico e spirito di solidarietà. E vi supplico di non giudicare nessun operatore sanitario! Nessun giudice potrà esprimere sentenza peggiore di quello che stiamo vivendo tutti i giorni! Pagheremo un conto amaro con la nostra coscienza».