«La lista dei contagiati sarebbe rimasta riservata»: la replica dell'avv. Cianci

L'Amministratore unico della società Bar.s.a. scrive in risposta a quanto dichiarato dal Collettivo Exit

domenica 29 marzo 2020 14.21
«In questo momento sociale particolare, non ero intenzionato a rispondere al Collettivo Exit, che più che un collettivo è un trio o massimo un quartetto. Comunque, spesso quando si indica la luna, c'è una categoria che guarda il dito e il sedicente collettivo, che dimentica di firmare ritenendo, erroneamente, di non assumersi la paternità delle sue asserzioni, fa parte di questa categoria. Allora, ho pensato che sia il caso di spiegarmi meglio per quei pochi che non hanno capito il significato della mia lettera - scrive l'Amministratore unico della Bar.s.a. in risposta a quanto espresso dal Collettivo Exit».

«Innanzitutto, io non rivesto alcuna qualità di Presidente ma bensì di amministratore unico della BAR.S.A. S.p.a., giusto per sgomberare il campo dall'ignoranza. La mia richiesta è stata rivolta alle massime autorità per sollevare un problema nazionale del quale non vi è molta preoccupazione a livello nazionale, anche se ieri il Santo Padre ha annoverato e ringraziato anche gli operatori ecologici tra i soggetti esposti.

Mi spiego, sempre per i pochi che non hanno inteso. Gli operatori ecologici, rischiano seriamente di contrarre questo maledetto COVID 19, come è accaduto ad esempio a Bari dove un dipendente è stato vittima della pandemia, a Napoli (dove la raccolta si è fermata, con gravissimo rischio per la salute dei cittadini) e in altre città italiane, in quanto (rispetto al sedicente collettivo, che ha modo di scrivere corbellerie, dopo aver dormito beatamente nelle proprie abitazioni), durante il riposo di noi cittadini, gli angeli invisibili, si adoperano per raccogliere i rifiuti di tutti i cittadini, anche quelli ospedalieri e delle case di riposo, da Palermo ad Aosta. Nel raccogliere tali rifiuti, sono protetti esclusivamente dai DPI, che la BAR.S.A. possiede e che ha recuperato con grande sacrificio, in quanto non è facile, in questo periodo, rintracciare, a differenza di altre società italiane di multi servizi, che, purtroppo, non sono riuscite ad ottenere. Ora, arrivo al dunque, quando ci si impegna in qualsivoglia lettura, bisogna capirla bene, prima di uscire con comunicati stampa ridicoli e altamente diffamatori. La mia è una richiesta affinché il governo prenda coscienza che in questo stato di emergenza la salute prevalga, come garantito dalla carta costituzionale, prima del diritto alla privacy, ma non per divulgare i nominativi dei poveri cittadini colpiti e certamente non per colpa loro, da questa disavventura bensì per creare una task force, opportunamente bardata, quindi non solo con i DPI, al fine di limitare i contagi ed evitare che qualche dipendete delle aziende italiane, che si occupano della raccolta, possa contagiarsi e aumentare il dilagare del coronavirus».

«Ho anche concluso dicendo che la lista sarebbe rimasta assolutamente riservata e non divulgata, quindi di quale lettera scarlatta andate cianciando? Spero di essere stato chiaro. Infine, giusto per vostra cultura, la facoltà di applicare la cosiddetta "strategia dei rifiuti zero" non appartiene all'amministratore della società di multi servizi bensì ad altri. Le mie dimissioni, le darò quando non mi sentirò all'altezza del compito conferitomi dal Sindaco ovvero laddove lo dovessero richiedere i dipendenti che mi onoro di amministrare e non a richiesta di gente gravemente ignorante come voi, in quanto ignora gravemente quanto innanzi detto. Riservandomi ogni azione a tutela della mia dignità, attesa la evidente affermazione gravemente diffamatoria circa la mia incompetenza ma soprattutto della mancata tutela dei lavoratori BAR.S.A., da parte mia, nonché a tutela dell'azienda che rappresento, spero di non perdere altro tempo, oggi ancora più prezioso, con le vostre inutili sciocchezze».