La Disfida dei veleni, quale il ruolo di sindaco e amministrazione?

Continuano le polemiche sull’organizzazione poco “trasparente”

mercoledì 16 settembre 2015 11.35
L'evento cardine dell'anno per la città di Barletta è da settimane al centro di continue polemiche. La scelta dell'organizzazione della manifestazione, dalla scelta delle associazioni partecipanti alle voci di programma, è stato il tema della Commissione Consiliare Cultura che si è riunita ieri a Palazzo di Città, a pochissimi giorni dalle celebrazioni della Disfida.

Il pomo della discordia è tutto nell'organizzazione, che sembrerebbe avere lati da chiarire, di questa Disfida 2015 che sarebbe dovuta partire come progetto affidato in teoria ad una costruzione dal "basso" con una partecipazione più attiva e condivisa, ma in pratica affidata alla Livis S.r.l., società occupatasi della gestione dell'evento, e ai pochi organizzatori identificati sin dal principio come referenti dell'iniziativa, troncando senza dubbio la tanto agognata partecipazione creativa delle associazioni della città.

Contestata anche la modalità di presentazione del progetto, che, secondo la Commissione, non è stata resa pubblica. Nessuna traccia di alcun bando di partecipazione, e persino con una conferenza stampa di presentazione convocata in pochissimo tempo senza che i consiglieri stessi ne avessero ricevuto comunicazione. Gli ormai noti "Focus Group" sono stati accusati di essere troppo poco esaurienti ed insufficienti ad una organizzazione ottimale dell'evento, escludendo a propri determinate associazioni senza specificare una motivazione di qualsiasi natura, nonostante diversi gruppi associativi avessero esposto la loro disponibilità a collaborare sul progetto comune.

Il reclamo emerso ieri, per riassumere, è quello di uno scarso coinvolgimento della commissione e dell'amministrazione, rea - secondo la commissione stessa - di aver "appaltato" l'organizzazione dell'evento alla già citata Livis S.r.l, responsabile di scegliere i partecipanti alla manifestazione col "placet" dell'amministrazione stessa, senza ulteriori confronti con la cittadinanza.

Sorge spontaneo chiedersi quindi se sia giusto affidarsi direttamente a società del settore per l'organizzazione di eventi di tale portata, indebolendo di conseguenza la partecipazione di realtà artistiche e culturali sia amatoriali sia semi-professionali, oppure dare l'opportunità proprio a queste di partecipare attivamente tramite bandi e graduatorie alla rievocazione storica di punta della città. Ma anche chiedersi quale sia stato il ruolo attivo del sindaco e dell'intera amministrazione comunale nell'organizzazione di questa Disfida dei veleni: se hanno accettato un pacchetto "a scatola chiusa" o hanno preferito lasciar carta bianca per sopperire ai consueti ritardi organizzativi, piuttosto che lasciar passare un altro anno senza la tanto amata Disfida?