L’identità del Maestro e la vocazione del discepolo: il primato di Pietro

Don Vito Carpentiere racconta il vangelo odierno

domenica 24 agosto 2014 12.41

DAL VANGELO SECONDO MATTEO


In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potene degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Il Signore Gesù si allontana con i suoi discepoli dal centro della vita religiosa ebraica, con l'intento, probabilmente, di tener lontani i suoi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. E va nella parte estrema del Regno, perché lo Spirito soffia dove vuole! Ed è lì che chiede: "La gente, chi dice che io sia?"; non per crisi d'identità ma perché vuole che il suo messaggio sia intellegibile, comprensibile, dal momento che solo quando un messaggio tocca il cuore può suscitare la conversione. La prima risposta data dai discepoli descrive un profeta, personaggio sì importante ma collocato nel passato. Gesù invece interpella l'oggi in vista del futuro. Gesù non può essere un profeta, semplicemente perché in Lui si sono adempiute le parole dei profeti, ma, evidentemente la gente non aveva compreso ancora l'identità di questo strano Rabbi che disputava con i tradizionali dottori della Legge, attaccati più all'adempimento della norma che allo spirito che la ispirava.

E poi interpella loro in prima persona. La risposta di Pietro è ispirata, riconoscendo in Gesù il Messia annunciato dai profeti, il Figlio di Dio, colui che incarna Dio stesso. E di qui Gesù rivela l'identità di Pietro e la sua vocazione. Questo è il punto per me più importante: da quello che dirò di Lui comprenderò la mia identità e la mia vocazione: se Lui è Salvatore io sarò salvato, se Lui è Misericordia io sarò miseria, e così via, in un binomio non di contrapposizione ma di comunione profonda, che è la vita della Grazia. Il Signore ci doni il suo Spirito perché susciti in noi non la risposta giusta, ma la risposta mia.

Chi sei per me, o Gesù?
Buona ricerca e buona domenica.

[don Vito]