L’anti-Bat diventa presidente, Cascella tra defezioni e frecciate politiche?
La farsa è compiuta. Quali conseguenze per l'amministrazione di Barletta?
martedì 14 ottobre 2014
Con l'elezione alla presidenza della Bat del sindaco di Bisceglie Francesco Spina, possiamo dire che la farsa di queste elezioni senza elettori è compiuta. Eleggere colui il quale un anno e mezzo fa si prodigava per la fuga di Bisceglie dalla Bat e l'approdo nella futura città metropolitana di Bari (ora nata ma senza Bisceglie), è evidentemente apparso il modo più grottesco per suggellare la finta abolizione delle province, voluta dell'orrenda legge Delrio.
L'inciucio prima tentato, poi smentito, e poi infine rivendicato, dal segretario regionale del PD, Michele Emiliano, ha avuto i suoi effetti nella maniera più subdola: raggiungere l'obiettivo (Spina presidente), senza lasciare tracce (almeno formalmente). Coincidenze astrali hanno ieri infatti voluto che, all'indomani del voto, l'Udc (il partito di cui fa parte Spina, o meglio l'ultimo di una lunga serie) confermasse il suo sostegno ad Emiliano in vista delle regionali. Il cerchio evidentemente si è chiuso alla perfezione, così come era stato deciso già negli scorsi mesi, alle spalle e alla faccia dei cittadini elettori.
La situazione numerica favorevole a Spina è stata infatti fin troppo confermata. Ad Andria, ha ottenuto 2 voti in più rispetto a quelli della maggioranza di centrodestra che sostiene il sindaco Giorgino, mentre Cascella uno in meno. Nel raggruppamento Barletta-Trani-Bisceglie-Canosa, Spina ha ottenuto 3 voti in meno di quelli previsti sulla carta, ma dall'altra parte Cascella ne ha ottenuti ben 4 in meno. Nella fascia Margherita-San Ferdinando-Trinitapoli, Spina ha ottenuto l'esatto numero di voti previsti alla vigilia, mentre Cascella ne ha ottenuto uno in meno. Stesso esito per Spina nel voto di Minervino e Spinazzola, dove invece Cascella ha avuto 3 voti in meno del previsto. A queste defezioni, nettamente prevalenti nel versante del centrosinistra chiamato formalmente a sostenere Cascella, si aggiungono i voti delle liste civiche che, a differenza di quanto si ipotizzava alla vigilia del voto, non sembrano essere andati in supporto di Cascella. Sette schede bianche, due nulle e otto astenuti, sono il segno degli interrogativi politici del post-voto.
Punti interrogativi che interessano soprattutto il post-voto del sindaco di Barletta. «Il risultato comunque acquisito conferma, anche al di là di defezioni demagogiche, la validità della convergenza programmatica». Così si è espresso Cascella, commentando l'esito elettorale. Il primo riferimento deducibile è al non voto annunciato e motivato dal consigliere barlettano Carmine Doronzo, ma certamente non solo questo. Ci sono le altre astensioni dal voto, schede verso nessun candidato, e qualche voto di troppo per Spina ottenuto ad Andria, la città che guarda caso con il voto ponderato aveva il peso elettorale maggiore. La possibilità di ribaltare la partita è così naufragata. Quali conseguenze avrà il voto di domenica sul cammino dell'amministrazione Cascella? Il dato di fatto è che Cascella ha ottenuto meno di quanto era previsto sulla carta, e di conseguenza Spina ha avuto una margine ancor più largo di quanto era previsto. Segnali lanciati da una regia politica più o meno nascosta, o anche queste sono coincidenze astrali?
L'inciucio prima tentato, poi smentito, e poi infine rivendicato, dal segretario regionale del PD, Michele Emiliano, ha avuto i suoi effetti nella maniera più subdola: raggiungere l'obiettivo (Spina presidente), senza lasciare tracce (almeno formalmente). Coincidenze astrali hanno ieri infatti voluto che, all'indomani del voto, l'Udc (il partito di cui fa parte Spina, o meglio l'ultimo di una lunga serie) confermasse il suo sostegno ad Emiliano in vista delle regionali. Il cerchio evidentemente si è chiuso alla perfezione, così come era stato deciso già negli scorsi mesi, alle spalle e alla faccia dei cittadini elettori.
La situazione numerica favorevole a Spina è stata infatti fin troppo confermata. Ad Andria, ha ottenuto 2 voti in più rispetto a quelli della maggioranza di centrodestra che sostiene il sindaco Giorgino, mentre Cascella uno in meno. Nel raggruppamento Barletta-Trani-Bisceglie-Canosa, Spina ha ottenuto 3 voti in meno di quelli previsti sulla carta, ma dall'altra parte Cascella ne ha ottenuti ben 4 in meno. Nella fascia Margherita-San Ferdinando-Trinitapoli, Spina ha ottenuto l'esatto numero di voti previsti alla vigilia, mentre Cascella ne ha ottenuto uno in meno. Stesso esito per Spina nel voto di Minervino e Spinazzola, dove invece Cascella ha avuto 3 voti in meno del previsto. A queste defezioni, nettamente prevalenti nel versante del centrosinistra chiamato formalmente a sostenere Cascella, si aggiungono i voti delle liste civiche che, a differenza di quanto si ipotizzava alla vigilia del voto, non sembrano essere andati in supporto di Cascella. Sette schede bianche, due nulle e otto astenuti, sono il segno degli interrogativi politici del post-voto.
Punti interrogativi che interessano soprattutto il post-voto del sindaco di Barletta. «Il risultato comunque acquisito conferma, anche al di là di defezioni demagogiche, la validità della convergenza programmatica». Così si è espresso Cascella, commentando l'esito elettorale. Il primo riferimento deducibile è al non voto annunciato e motivato dal consigliere barlettano Carmine Doronzo, ma certamente non solo questo. Ci sono le altre astensioni dal voto, schede verso nessun candidato, e qualche voto di troppo per Spina ottenuto ad Andria, la città che guarda caso con il voto ponderato aveva il peso elettorale maggiore. La possibilità di ribaltare la partita è così naufragata. Quali conseguenze avrà il voto di domenica sul cammino dell'amministrazione Cascella? Il dato di fatto è che Cascella ha ottenuto meno di quanto era previsto sulla carta, e di conseguenza Spina ha avuto una margine ancor più largo di quanto era previsto. Segnali lanciati da una regia politica più o meno nascosta, o anche queste sono coincidenze astrali?