Ingente truffa alla Regione Puglia, coinvolto un consulente di Barletta

È presidente di un'associazione di consumatori: oltre lui altre 6 persone coinvolte. Sequestrati beni per oltre 22 milioni di euro

mercoledì 16 dicembre 2020 10.31
Nella giornata odierna i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari hanno eseguito un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa - su richiesta di questa Procura della Repubblica - dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari nei confronti di 7 persone (di cui 6 sottoposti agli arresti domiciliari e 1 interdetta dall'esercizio dell'attività professionale per la durata di mesi 6). I destinatari delle misure cautelari sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata, falsità ideologica, corruzione in atti giudiziari ed autoriciclaggio.

Con il medesimo provvedimento è stato, inoltre, disposto il sequestro di beni mobili, immobili e di disponibilità finanziarie per un valore di oltre 22 milioni di euro.

Agli arresti domiciliari sono finiti l'avvocato Michele Primavera e il figlio Enrico Domenico, gli avvocati Oronzo Panebianco e Assunta Iorio. Arrestati anche Oronzo Pedico, presidente della sede provinciale di Asso-Consum di Barletta e Giuliana Tarantini, dipendente pubblico in servizio presso l'esecuzione mobiliare del Tribunale di Bari. Il gip Giovanni Abbattista ha disposto l'interdizione per sei mesi nei confronti di un'altra avvocatessa, Francesca Fiore.

L'inchiesta, denominata "Leguleio", nasce da una denuncia presentata nel maggio 2018 dal presidente della Regione, Michele Emiliano. Agli atti ci sono intercettazioni telefoniche e ambientali, verbali di persone informate sui fatti, documenti acquisiti negli studi legali, a casa degli indagati e in Tribunale.

Alla luce di quanto denunciato, tali legali - mediante condotte fraudolente - avrebbero indebitamente percepito compensi spettanti per il patrocinio in innumerevoli contenziosi civili intentati contro la Regione Puglia per conto di oltre 3000 agricoltori, al fine di ottenere il pagamento dei contributi di cui alla Legge Regionale n. 29/1982, a titolo di indennità compensativa (corrisposta negli anni 1989 – 1993) in favore di imprenditori agricoli operanti in aree geografiche svantaggiate.

Le investigazioni - effettuate mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, analisi documentali ed indagini finanziarie - hanno consentito di disvelare un'associazione per delinquere la quale, attraverso complessi e diversificati meccanismi fraudolenti, ha intrapreso nei confronti della Regione Puglia migliaia di contenziosi di natura civilistica, al fine di conseguire ed incrementare illecitamente i pertinenti compensi professionali.

È stato accertato, in particolare, che la compagine criminale - utilizzando anche mandati difensivi falsi, perché riportanti le firme apocrife degli imprenditori patrocinati, oppure perché riferiti a persone decedute - ha artificiosamente frazionato i contributi complessivamente spettanti a ciascun agricoltore nelle diverse annualità. In tal modo i legali, componenti dell'associazione per delinquere, hanno intentato, per ciascuna annualità, altrettante cause civili finalizzate ad ottenere il pagamento sia delle indennità agricole spettanti, sia delle connesse spese legali, in questo modo indebitamente incrementate.

Una volta ottenuta la corresponsione dei contributi spettanti agli agricoltori, l'organizzazione criminale ha provveduto ad attivare nei confronti della Regione Puglia nuovi contenziosi, questa volta tendenti ad ottenere il riconoscimento degli interessi di mora maturati sui ritardati pagamenti delle indennità agricole, nonché il pagamento di quelle spese legali che, benché riconosciute in giudizio, non erano state ancora rimborsate dal predetto Ente.

Al fine poi di intralciare la costituzione in giudizio della Regione Puglia, gli avvocati indagati hanno promosso talune azioni giudiziarie - in violazione alle norme sulla competenza territoriale dei Giudici di Pace - innanzi a Tribunali ubicati in altre province del territorio nazionale [Lecco, Crema (CR), Como, Torino, Napoli, Vercelli, Matera, Trani (BT) e Pisticci (MT)].

Le investigazioni - che hanno consentito di quantificare in oltre 22 milioni di euro le somme illecitamente percepite in danno del bilancio della Regione Puglia - hanno, in più, fatto emergere gravi condotte corruttive nei confronti di un infedele operatore giudiziario in servizio presso la Cancelleria delle Esecuzioni Mobiliari del Tribunale di Bari, il quale - in violazione dei propri doveri di ufficio ed in cambio di denaro e di altre utilità - ha istruito le richieste di rimborso avanzate dagli indagati anticipando le udienze dell'esecuzione rispetto agli ordinari tempi di attesa.

Le indagini finanziarie, infine, hanno permesso di riscontrare diverse operazioni di autoriciclaggio poste in essere da alcuni degli indagati che hanno trasferito su conti correnti bancari nella propria disponibilità parte degli ingenti proventi illeciti conseguiti.

Contestualmente all'esecuzione delle misure cautelari personali, le Fiamme Gialle baresi - su delega di questa Procura - hanno dato attuazione al sequestro preventivo, finalizzato alla confisca "diretta" e "per equivalente" di beni e disponibilità finanziarie dei soggetti attinti dalla misura cautelare per un valore di oltre 22 milioni di euro.