«Il Registro delle Unioni Civili discrimina le famiglie naturali»

Sei associazioni contro il progetto del Comune di Barletta

venerdì 21 marzo 2014 10.49
Un manifesto unito per dire "no" all'istituzione del Registro delle Unioni civili, progetto in fase di realizzazione presso il Comune di Barletta. E' quanto diffuso nella nota a firma di sei associazioni: Ai.Bi. "Amici dei Bambini" Barletta, La Manif Pour Tous Puglia, "Reazione Barletta", Forum delle Associazioni Familiari della Puglia, Associazione "Comitato Progetto Uomo" o.n.l.u.s., Associazione Nazionale Famiglie Numerose - Puglia, Associazione "Rinnovamento nello Spirito Santo". Un atto letto come discriminatorio, stando al contenuto della nota.

«Le associazioni sottoscritte - si legge nel comunicato - esprimono la loro ferma opposizione alla decisione del Comune di Barletta di istituire il Registro amministrativo delle unioni civili. Tale atto, che i suoi ideatori considerano utile a superare situazioni di discriminazione, è in realtà, esso stesso fonte di disparità. Giova ricordare che, dal nostro Ordinamento Civile, alle coppie conviventi sono già riconosciuti ampi diritti ed il Registro non potrebbe certamente aggiungerne di nuovi, essendo questa una competenza del Parlamento e non delle amministrazioni comunali. D'altro canto proprio l'ampia tutela giuridica già prevista per queste unioni è causa dell'insuccesso di tali Registri, che, in alcuni Comuni, dopo essere stati istituiti, sono stati cancellati per mancanza di iscrizioni».

La domanda è una sola per le associazioni: «Dunque, qual è il reale obiettivo di questa iniziativa? Si vuole facilitare la concessione di benefici a coppie che non vogliono o non possono sposarsi e che costituiscono una c.d. "famiglia anagrafica", equiparando, di fatto, ad esse la famiglia naturale fondata sul matrimonio, come riconosciuta dall'articolo 29 della nostra Costituzione. La "famiglia anagrafica", ai sensi dell'articolo 4 del D.P.R 223/1989 è "un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune". È a sottolineare la vaghezza della definizione di "vincoli affettivi" cui può corrispondere anche una relazione di semplice amicizia: è ovvio che tale requisito non è oggettivamente riscontrabile da parte degli Uffici Comunali che, al limite, possono solo controllare l'effettiva convivenza o, addirittura, soltanto la residenza nel Comune di Barletta».

«È profondamente ingiusto- prosegue la nota- concedere gli stessi benefici a cittadini che possono cancellare con un colpo di spugna la loro relazione e a chi, attraverso il matrimonio, diviene sì titolare di diritti, ma al tempo stesso diviene titolare di doveri ben precisi e si impegna nella stabilità della relazione, elemento fondamentale per la tutela dei figli", sostengono le associazioni. Oggi ad essere oggetto di discriminazione è la famiglia costituzionale, che, contrariamente a quanto sancito anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, è abbandonata dalle Istituzioni. In particolare è evidente l'iniquità delle aliquote fiscali comunali che non tengono conto della reale capacità contributiva rispetto al numero dei componenti di un nucleo familiare, secondo il dettato dell'art.53 della Costituzione italiana".

Non ultimo il diritto alla casa: «Inoltre, fondamentale per la stabilità della famiglia costituzionale è il diritto alla casa. È impensabile che senza di esso una giovane coppia possa pianificare con serenità la nascita dei figli. Al futuro delle famiglie costituzionali, però, il Comune non dà la giusta importanza, volendo equiparare ad esse unioni che, in genere, non sono stabili né finalizzate alla generazione e all'educazione della prole. Ulteriore ingiustizia si produrrebbe nei confronti della famiglia costituzionale in quanto per il mero accesso a benefici e diritti sarebbe sufficiente produrre un unione con un vincolo affettivo labile svuotando l'istituto familiare e condizionando le giovani coppie a deflazionare la scelta familiare. Infine l'istituzione di tale Registro comporterebbe delle conseguenze sociali non indifferenti: la legittimazione di qualsiasi tipo di unione determinate da un qualsiasi vincolo affettivo. Con ipocrisia, si introdurrebbe, tra l'altro, un surrogato dei matrimoni omosessuali, pur sapendo che tale questione è di competenza del Parlamento, fingendo situazioni di emergenza che non sussistono».

Queste le richieste delle scriventi associazoni all'Amministrazione Comunale di Barletta:

«1. che venga ritirata la proposta di istituire il cosiddetto Registro delle unioni civili;
2. che impieghi le proprie risorse umane ed economiche nella realizzazione di politiche fiscali,
assistenziali, abitative a favore delle famiglie costituzionali a cui, in caso contrario, verrebbero
sottratte risorse destinate ad unioni non parificabili ad esse, commettendo, in tal modo, una
grave ingiustizia;
3. che si apra un tavolo di confronto su questi temi, con tutte le associazioni che lo richiedano e che sia data la possibilità di audizione dalla I Commissione Consiliare".»