Il liceo classico "Casardi" riapre le porte dopo l'emergenza Covid19

Le impressioni dei ragazzi al ritorno dopo mesi tra i banchi di scuola

giovedì 17 settembre 2020 10.43
A cura di Francesco Balducci
Il banco di scuola e il suo rispettivo alunno. Una di quelle coppie di fatto, un legame che nell'immaginario collettivo è, da decenni, inscindibile. Dietro ogni banco di scuola si è formato il popolo di ieri, quello del presente e si continuerà a formare quello "del domani", ogni alunno lo sente fortemente "suo", diventa la sua seconda casa, il suo porto sicuro nei momenti tristi della sua carriera scolastica e il blocco di partenza per la sua scalata pluriennale.

Eppure l'emergenza dettata dall'infezione da COVID-19, nella prima settimana di scuola dello scorso marzo, ha osato dividere ciò che da anni era indivisibile: con la quarantena estesa in tutta la penisola per i ragazzi era impossibile dirigersi a scuola e, di conseguenza, i banchi di scuola sono rimasti "abbandonati" all'interno delle aule, sostituiti da scrivanie, computer, cellulari, webcam e leggii di vario genere.

A distanza di più di 6 mesi da quel marzo 2020, le scuole tornano ad ospitare gli studenti e le aule tornano ad essere popolate, le lezioni vissute in contatto diretto e i banchi occupati dal rispettivo studente. Il Liceo Classico "Casardi" di Barletta si è fatto trovare pronto ed è stata la prima scuola cittadina a ripartire con le lezioni in presenza per l'anno scolastico 2020-21. Il plesso di Via D'Aragona e quello di Via Botticelli ospitano gli iscritti al Liceo Classico, al Liceo Musicale e al Liceo delle Scienze Umane.

Abbiamo raccolto le impressioni di alcuni studenti che hanno affrontato il loro primo giorno di scuola. Regna l'incertezza, comprensibile, per qualcosa di "nuovo", che ci si troverà ad affrontare per la prima volta e di fronte al quale non ci si potrà mai dichiarare davvero "pronti", ma le misure prese all'interno della scuola appaiono all'avanguardia: le entrate nell'edificio sono avvenute una classe alla volta, con la distanza di sicurezza tra gli studenti e mascherine già indossate, all'entrata vengono consegnate altre mascherine sterilizzate, c'è l'obbligo di igienizzarsi le mani, con un dispensatore di gel igienico per ogni classe, i banchi sono divisi tra di loro con il consueto metro di distanza, come sono state divise anche le classi al loro interno, con ingressi in orari diversi tra gruppi di studenti nelle rispettive aule in questi primi giorni di orario ridotto; la mascherina non è obbligatoria se gli studenti sono seduti, mentre lo diventa in tutte le situazioni "di movimento", precauzione ormai largamente adottata per tutti gli eventi pubblici e privati.

Qualche dubbio da parte dei ragazzi si registra su due aspetti: quello che succede al di fuori delle mura scolastiche, dove l'attesa prima di entrare e le uscite delle classi alla fine delle lezioni potrebbero provocare situazioni di eccessiva vicinanza e contatto, e quello che riguarda i turni all'interno del gruppo-classe quando, tra qualche settimana, si tornerà alle 5 ore quotidiane di lezione ogni mattina: alcuni ragazzi verranno in aula, altri dovranno seguire in maniera telematica e questa modalità mista genera qualche dubbio tra gli studenti.

Le impressioni, nel complesso, sono positive, anche se non mancano le consuete voci fuori dal coro, tra chi reputa le precauzioni prese contraddittorie o inutili e chi reputava più giusto proseguire con la didattica a distanza fino al termine dell'emergenza. Restano ancora dubbi su quando e come potrà essere utilizzata la palestra per le lezioni di educazione fisica.