Il diritto allo studio, incontro alla Fabbrica di Nichi

Altra conferenza della serie "Incontri sulla Puglia migliore"

martedì 23 marzo 2010 09.00
A cura di Ida Vinella
Si è svolta ieri sera, nei locali della Fabbrica di Nichi di Barletta presso Piazza Roma, l'incontro Il diritto allo studio in Puglia, nell'ambito della serie di eventi denominati "Incontri sulla Puglia migliore". Sono intervenuti tra gli altri l'assessore al Sud ed al diritto allo studio della Regione Puglia, Gianfranco Viesti, Giuseppe Defazio, Presidente del Coordinamento nazionale della Rete degli Studenti Medi e Alessandro Porcelluzzi della Fabbrica di Nichi Barletta, che hanno illustrato alla cittadinanza quanto fatto in questi cinque anni dalla giunta Vendola nell'ambito del diritto allo studio.

«In un periodo difficile per le istituzioni scolastiche e universitarie la Puglia si è impegnata per migliorare le condizioni degli studenti e degli operatori scolastici, ad esempio con investimenti nel campo dell'edilizia scolastica o con i 25 milioni di euro stanziati per ridurre il precariato scolastico. In campo universitario con l'istituzione dell'ADISU oltre alla creazione di nuove borse di studio si sono potenziati servizi come quello delle mense, dei trasporti e delle abitazioni per gli studenti, sopratutto quelli fuorisede». Spiegano così le ragioni dell'incontro organizzato dagli attivi volotari della Fabbrica di Barletta.

La tematica non è certo di poco rilievo, considerando il pessimo stato dell'istituzione scuola in Italia, impoverito dal triste confronto con le altre situazioni europee. Il diritto allo studio è un diritto soggettivo principalmente tutelato dagli artt. 33 e 34 della Costituzione italiana che sanciscono il diritto di un accesso universale ai livelli dell'istruzione di base, ed un accesso meritocratico ai livelli più alti dell'istruzione superiore e universitaria, prevedendo esplicitamente un sistema di borse di studio per i meno abbienti.

Borse di studio e meritocrazia sono sicuramente i temi caldi e le chimere che, per ora, la scuola italiana rincorre senza mai raggiungere.