Il Consiglio provinciale celebra la liberazione d'Italia

Riserbato: «Ricordiamo con fierezza morale ciò che accadde in quegli anni». Rievocati alcuni interventi storici dimenticati dai manuali di storia

venerdì 29 aprile 2011
A pochi giorni di distanza dalla commemorazione per il 66esimo anniversario della liberazione dell'Italia, il presidente del Consiglio provinciale Luigi Riserbato, in apertura dei lavori consiliari, ha voluto dedicare un breve e significativo spazio di riflessione nei confronti di tale ricorrenza, rievocando alcuni interventi storici talvolta dimenticati dai manuali di storia ma dei quali andrebbe approfondito il valore.

«Non possiamo dimenticare che il 25 aprile del 1945 - ha spiegato Riserbato - furono liberate le città di Milano e di Torino e che invece la Puglia aveva vissuto la sua Resistenza nel settembre del 1943, risultando già liberata. Dei fatti eroici che portarono a tale prezioso risultato, ritengo che ogni pubblico amministratore abbia il dovere di parlarne sempre, a prescindere dalla celebrazione della ricorrenza. Ritengo altresì che una nuova Provincia come la nostra abbia egualmente il dovere di valutare, per il tramite dell'assessorato alla cultura, e di affiancare i Comuni interessati e di promuovere insieme agli stessi ogni più opportuna iniziativa di memoria. Sono certo - ha poi proseguito il presidente del Consiglio provinciale - che tutti i dieci Comuni avranno da commemorare episodi di valore civile e di eroismo, ma non possono non ricordare l'eccidio di ben 11 vigili urbani e di un netturbino trucidati in quel di Barletta ed i 22 soldati fucilati a Murgetta Rossi a Spinazzola, in quelle che possono essere definite le fosse ardeatine della Provincia di Barletta, Andria, Trani. Il 66esimo anniversario della Liberazione - ha poi concluso Riserbato - cade proprio nell'anno del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia: tali eventi, pur in diversi momenti storici, hanno registrato identico spirito di sacrificio dei nostri avi, da ricordare con particolare fierezza morale».