Il Comune di Barletta paga i debiti, anche se non sembrano i suoi

Dubbi sono sorti sulla condanna al pagamento da parte del Comune di un debito di 19 mila euro nei confronti di un ex dipendente dell’Asp Regina Margherita

lunedì 29 giugno 2020 14.59
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
«Si tratta di debiti antecedenti all'insediamento dell'amministrazione Cannito». Lo ha ricordato più volte l'assessore al bilancio, Gennaro Cefola, nel corso della seduta di Consiglio comunale riunitasi ieri mattina in seconda convocazione con la partecipazione di soli 15 consiglieri comunali, tutti di maggioranza.
Circa un'ora il tempo resosi necessario per il riconoscimento di diversi debiti fuori bilancio che l'assise non era riuscita ad approvare in prima convocazione, sabato, sciolta per mancanza del numero legale. Degli 11 punti all'ordine del giorno, la maggior parte dei quali debiti fuori bilancio derivanti da sentenze del giudice del lavoro, a meritare particolare attenzione è stata la ratifica di due delibere di Giunta inerenti i fondi ottenuti dallo Stato e dalla Regione per evadere i buoni spesa durante l'emergenza Covid-19.

Saranno impiegati per un'ulteriore distribuzione in autunno, in caso di ritorno dell'emergenza, i circa 200 mila euro rimasti dalle somme ottenute dal Comune per sostenere le famiglie in difficoltà (più di 1 milione di euro, in totale, il contributo economico erogato da Regione e Stato). Un lavoro «egregio – lo hanno definito il sindaco Cannito e l'assessore Cefolache ha consentito di distribuire in maniera corretta, regolare e trasparente i buoni spesa, consentendoci di pagare in breve tempo, entro 21 giorni, gli esercizi commerciali che hanno aderito al circuito accettando i ticket».

Il debito dell'Asp "Regina Margherita": «Si faccia chiarezza»

Dubbi sono sorti, invece, sulla condanna al pagamento da parte del Comune di un debito di 19 mila euro nei confronti di un ex dipendente dell'Asp Regina Margherita.

«Sembra che stiamo pagando due volte lo stesso debito» ha detto senza essere smentito il consigliere Pier Paolo Grimaldi. Ed effettivamente sembrerebbe così. Il Comune di Barletta, infatti, è stato condannato a corrispondere la somma di 19 mila euro nei confronti di un ex dipendente della Casa di riposo "Regina Margherita" che nel 2015 avviò un giudizio con la stessa per ottenere il credito vantato. Sulla vicenda, tuttavia, saranno fatte le opportune verifiche.

L'intimazione al pagamento che il lavoratore rivolse alla Casa di cura non sortì effetto alcuno, consentendogli di avviare un pignoramento verso terzi che avrebbe obbligato gli Enti ad accantonare le somme necessarie al pagamento del debito. I problemi sorgono, tuttavia, perché entrambi gli Enti avrebbero eluso l'obbligo al quale erano tenuti. Era contestualmente in corso, infatti, un giudizio tra l'Asp "Regina Margherita" e il Comune di Barletta per il quale il secondo avrebbe dovuto pagare un debito di 103 mila euro alla Casa di cura. Le parti riuscirono a transigere, giungendo così al pagamento della somma di soli 43 mila euro che il Comune, nonostante il pignoramento verso terzi, trasferì all'Asp "Regina Margherita" che, a sua volta (nonostante il pignoramento versi terzi), vincolò con apposita delibera del giugno 2018 ad altra destinazione.

In forza di sentenza, il Comune di Barletta dovrà pagare il debito, non essendo conveniente fare opposizione all'esecuzione, riservandosi di agire successivamente in rivalsa sull'Asp "Regina Margherita". Dovranno, tuttavia, essere dipanati i dubbi palesati in aula dal consigliere Grimaldi e condivisi dall'assessore Cefola. Perché la Casa di riposo non ha ottemperato a vincolare parte di quella somma per soddisfare il credito del suo dipendente? Ma soprattutto, per cosa sono stati spesi quei soldi?

«Anche se l'Asp "Regina Margherita" li avesse usati per pagare altri debiti – ha ipotizzato Grimaldi – non avrebbe potuto, perché c'era un pignoramento che obbligava ad accantonare le somme». Gli uffici dell'avvocatura, ha assicurato l'assessore Cefola, avvieranno subito una richiesta al consiglio di amministrazione della Casa di cura per ottenere una rendicontazione delle spese effettuate all'epoca dei fatti.