"Giorno del ricordo", le riflessioni del sindaco Cosimo Cannito

La nota del primo cittadino

sabato 10 febbraio 2024 12.09
"Il 10 febbraio 1947 la firma del Trattato di Parigi fra l'Italia e gli Alleati segnava un punto di non ritorno nell'esodo dei Giuliani – Dalmati dall'Istria e Dalmazia. E un dovere morale Ricordare oggi quegli avvenimenti, solo apparentemente così lontani nel tempo, e le centinaia di migliaia di persone che ne furono le incolpevoli vittime, ma anche un obbligo verso le nuove generazioni perché conoscendo quello che è avvenuto possano impegnarsi affinché non si consumino più tragedie di tale barbarie. Possiamo solo immaginare la lacerazione nella vita degli uomini e delle donne costretti con la violenza psicologica e fisica a lasciare le proprie case e partire verso un ignoto destino. Cosi come lo straziante ricordo di migliaia di uomini e donne morti nelle Foibe, la cui unica colpa è stata solo quella di essere italiani, su volontà precisa del regime comunista di Tito. Una storia per troppo tempo negata ma mai dimenticata". Così il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito.

"Ed è anche una storia che ha coinvolto Barletta quando tanti esuli furono accolti nella nostra città e ospitati nell'ex Caserma Stennio, in via Manfredi, dove nel 2010 è stata apposta dall'Amministrazione comunale una lapide dedicata proprio ai profughi che lì vi dimorarono giungendo dal confine orientale. Proprio per questa vicinanza nella giornata di ieri si è tenuto un toccante momento di ricordo e confronto con gli studenti del Cassandro promosso dalla Prefettura, a cui va il nostro sentito ringraziamento, e al quale ha preso parte l'assessore alla Cultura Oronzo Cilli assieme al Cav. Giuseppe Dicuonzo Sansa, dirigente e rappresentante legale per il Mezzogiorno d'Italia delle Associazioni degli esuli. Ricordare la sofferenza e l'angoscia degli esuli rafforza i nostri propositi di difendere e rafforzare gli istituti della democrazia e, nel nostro piccolo, di promuovere la pace e la collaborazione internazionale che si fondano sul dialogo tra gli Stati e l'amicizia tra i popoli".