Giocando con la politica a palle di neve

La surgelata politica cittadina tra schermaglie personali e conflitti istituzionali. Il sindaco era stato invitato

venerdì 10 febbraio 2012
A cura di Franco Caputo
Le cronache cittadine di questi giorni continuano a non offrire niente di buono. Il freddo sembra accentuare lo stato di "surgelamento" della crisi dell'Amministrazione Maffei con effetti negativi anche sull'umore politico di alcuni assessori che rischiano, senza averne colpa, di apparire come tanti inermi "pupazzetti di neve" intorno al lento "babbo natale". Superate certe "notiziole" di poco conto, relative a uno dei tanti filoni di indagine della Magistratura nei confronti di politici locali (cosa che ci facciamo scivolare addosso forti di un solido e sconfinato garantismo), qualcosa succede. La notizia è: il "moto di orgoglio" dell'Assessore allo Sviluppo Economico Michele Maffione contrariato per essere stato escluso da un importante momento di confronto politico.

Il fatto: il solito sgusciante e dinamico Consigliere Regionale Ruggiero Mennea organizza qualche giorno fa un incontro con alcuni Imprenditori del settore calzaturiero (scarpe antinfortunistiche) al quale partecipa anche l'Assessore Regionale Elena Gentile. L'obiettivo è facilmente intuibile: valorizzare e rafforzare un comparto economico di eccellenza al fine di sviluppare dinamiche di sistema, quale possibile strategia di sviluppo economico e occupazionale per il nostro territorio. Un obiettivo senza dubbio lodevole, di grande portata e attualità, peraltro timidamente avviato già qualche anno fa. All'incontro era assente l'Amministrazione Comunale. Il Sindaco (a quanto pare) benché invitato non ha potuto partecipare e per giunta non si è curato di delegare in sua vece l'Assessore di riferimento. Da qui le doglianze, in parte giustificabili, dell'Assessore Maffione. Siamo convinti che il suo rammarico ha natura esclusivamente "politica", per non aver potuto rappresentare anche in quella sede le importanti progettualità dell'Amministrazione Comunale cui avrebbe unito il proprio contribuito di idee ed esperienze, non certo per non aver attestato una presenza fine a se stessa.

E' facile comprendere il disappunto e il disagio dell'Assessore certamente desideroso di verificare sul campo in quanti modi un'Amministrazione Comunale (volendo) può provare a dialogare con il "mondo reale" fino ad interagire con il sistema delle Imprese e con altre Istituzioni, nello specifico la Regione Puglia.
Purtroppo agli Assessori, soprattutto se "provvisori", tocca scontare i limiti di una politica che non riesce a ragionare. Limiti resi ancor più complessi a causa delle insane "virtù" del Sindaco che, ignorando i principi elementari dell'istituto della delega, pensa di poter fare tutto da sé, al massimo con l'ausilio di qualche maggiordomo. Un'Amministrazione volutamente "sindacocentrica" e politicamente precaria, impegnata prevalentemente a collazionare ed approvare delibere per patrocini e contributi non può che assicurare la sola ordinarietà. Assessori privi di obiettivi, "usati" per lo più per ratificare provvedimenti amministrativi resi noti solo all'ultimo momento, difficilmente potranno occuparsi autorevolmente e stabilmente delle funzioni loro assegnate.

Come è pensabile che si riesca a "stare sul pezzo"? Come pensa il Sindaco Maffei di affrontare i tanti problemi della Città?

Un andamento lento e noioso, sempre più distante dalla realtà quotidiana dei barlettani. Se è questo lo stato dell'arte non ci si deve scandalizzare se paradossalmente si invertono le parti, e cioè: anziché essere l'Amministrazione ad integrare nella propria progettualità l'azione politica dei Consiglieri Regionali, succede l'esatto contrario. C'entra ben poco l'ipocrita e pretestuosa faccenda della "correttezza istituzionale". E' sopratutto una questione di metodo, di tempi, di efficienza e di qualità dell'azione politica. I ritmi dell'Amministrazione Maffei appaiono ben lontani dalle competitive performance dei Consiglieri Regionali, ancor più se qualcuno porta il nome di un grande velocista. Un'Amministrazione dal "fiato corto" che da troppo tempo rinuncia a correre e preferisce rincorrere.