Gesù, maestro di una fede senza confini

Ascoltiamo il grido di chi implora aiuto nelle parole di don Vito Carpentiere

domenica 17 agosto 2014

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.

Nel vangelo di Matteo Gesù ci fa compiere un percorso in cui, rivelandosi progressivamente come maestro, insegna una fede che, partendo dalle radici ebraiche, supera ogni tipo di barriera per incontrare il cuore di ogni uomo. Questa prospettiva universale è anticipata nella prima lettura dal profeta Isaia, il quale, appellandosi alla giustizia di Dio, atteggiamento per cui Dio rende giusti, trasforma il tempio in casa di preghiera per tutti, anche per i pagani e gli stranieri, che hanno "aderito" al Signore. È significativo il verbo "aderire" perché nell'Antico Testamento indica l'atteggiamento tipico della fiducia del bambino che "aderisce" alla mamma mentre è allattato. Questa è la fede! Non un atto intellettivo o sentimentale, ma un'adesione di tutto l'uomo. E questo atteggiamento spalanca le porte del tempio perché spalanca le porte del cuore del Signore.

Nella seconda lettura San Paolo gioca sul binomio disobbedienza-misericordia: la chiusura del cuore degli ebrei al riconoscimento di Gesù come Signore ha spalancato le porte della sua misericordia alle genti! E San Paolo ora auspica che gli stessi ebrei ora, spinti da un po' di gelosia per quanto accaduto ai Gentili, si lascino anch'essi abbracciare dalla misericordia di Dio rivelata in pienezza in Cristo Gesù.

Nel brano del vangelo troviamo Gesù che si è spinto oltre i confini territoriali della fede pura di Israele e lì gli corre incontro una donna cananea che implora pietà non per sé ma per la propria figlioletta. L'iniziale silenzio di Gesù è propedeutico e pedagogico: egli intende far emergere la fede coraggiosa di quella donna straniera che supera quella di chi si sente tradizionalmente eletto e alza un recinto attorno a sé. Gli stessi discepoli chiedono a Gesù di esaudirla pur di "togliersela dai piedi" ma Egli, con una frase forte, suscita in quella donna una espressione che palesa una fede grande! Ed Egli la elogia! Chi implora la misericordia del Signore, la sua pietà, troverà sempre porte che si spalancano, un cuore che è già aperto, una vita che già si è fatta dono! Mettiamoci allora alla sua scuola e impariamo da Lui, mite ed umile di cuore, ad ascoltare il gemito del povero, il grido di chi implora aiuto ed esercitare la necessaria e conseguente misericordia, più grande di ogni aspettativa! Buona Domenica a tutti!

[don Vito]