“Filastrocca di ferragosto”, di Gianni Rodari
La poesia, il mare e la creatività, nota critica di Giuseppe Lagrasta
venerdì 15 agosto 2025
11.34
«Il mare a Ferragosto è una cascata d'acqua allegra che con i suoi riccioli d'oro regala luce di gocce cristalline, inondando l'aria di dolci profumi. Il mare è una casa liquida che possono abitare tutti, che non si ferma mai, è democratico, perché culla e riculla, sia gli indifferenti che le persone impegnate ad aiutare gli altri.
E vivere il senso di libertà marina, lontano dagli impegni quotidiani fa pensare al tempo, alle sue metafore e al suo svolgersi senza inganni né compassione. Così, di tempo in tempo e di generazione in generazione, ci sono state e sempre ci saranno per sempre, le corse sulla spiaggia, i giochi infiniti sulla sabbia, la vitalità del tempo giovane che matura e va e il desiderio di fare l'alba, aspettando il sole, luce ferragostana.
Ma nel periodo di Ferragosto vi è un momento di pausa che coglie improvvisamente e pone tutti in surplace, in attesa di riprendere, dopo le vacanze, le occupazioni di ogni giorno. E mentre il cielo canta con voce celeste avvolto dai suoi sogni, il mare si trasforma in un indovino, in un cantore di storie antiche, in un novellatore di viaggi e avventure, di storie antiche e attuali. Luogo lirico per meditare e cogliere le sfumature della vita. E come il mare è un verro narratore di silenzi e di storie segrete, ma anche di storie di dolore e di disperazione, di tormento e di speranza, così la letteratura e la poesia non faranno mai paura per l'apporto che danno alla conoscenza e per il supporto che offrono alla creatività, quasi del tutto dimenticata.
Così, non sarà mai possibile scordare che l'Ulisse e l'Odissea di Omero, il Moby Dick di H. Melville, Il Vecchio e il mare di E. Hemingway, L'Isola del Tesoro di Robert L. Stevenson, Tifone di J. Conrad, Le Onde di Virginia Woolfe, La Bella Estate di Cesare Pavese, L'Isola di Arturo di Elsa Morante, La Riviera di Eugenio Montale e ottimo e non ultimo, il racconto lungo di Dino Buzzati, Il Colombre.
Dalla lettura di poesie e romanzi, si evince che il mare possiede un suo linguaggio e una sua natura e cultura, una sua nostalgia e una sua malinconia e d'estate sa anche indovinare i desideri dei suoi ospiti natanti, donando loro il piacere di addormentarsi sulla sabbia, di sognare e di viaggiare con la mente, di nuotare a perdifiato, di rinfrescarsi nell'acqua con gioco e allegria e di fare l'alba aspettando Ferragosto, a due passi dal mare.
Così, questi romanzi ci raccontano di mare e di spiagge, e gli scrittori e le scrittrici, ci narrano attraverso le avventure sull'acqua, la loro abnegazione per restituire attraverso il mare una elegia di pace, di dolcezza, di abnegazione e di perdono.
Vivere una giornata al mare, significa anche, oltre a divertirsi, e a godere della pura libertà, non deturpare i luoghi abitati, rispettando l'ambiente, la natura e la città tutta nella sua dimensione naturale, umana e civile. Soltanto così, nel rispetto delle spiagge, del mare, della natura tutta, sarà possibile apprezzare ciò che abbiamo ma che non dobbiamo deturpare, a piacimento. Vivere sul mare, vuol dire ritornare con gioia ad assaporare con pura delicatezza la natura che procura benessere a tutti noi. E ci invita a respirare, a pieni polmoni, scoprendo comportamenti legati all'etica della responsabilità e al rispetto dell'altro.
E così, il mare, con i suoi colori e la sua voce azzurra riempie il cuore dei bambini e delle bambine, per la libertà che concede nel nuotare, nel giocare sulla sabbia, nel rincorrersi, nell'incontrare gente sempre nuova e poter fare nuove amicizie.
Ma il mare a Ferragosto assume sempre una sua valenza di ritualità: per l'armonia familiare e individuale, per i ricordi di incontri avvenuti, per caso, sulla spiaggia e, rivelatisi decisivi per tutta la vita, per gli amori appena vissuti e poi, immediatamente finiti, per i sogni e per l'abnegazione nel voler a tutti i costi, decidere di raggiungere un obiettivo e chiedere fortuna alla luce al mare.
Il mare e la spiaggia, come si sa, sono luoghi di incontro, di relazione e di amicizia, ma sono anche luoghi che invitano alla riflessione, che fanno meditare sui temi e sugli argomenti che interessano, ma che devono essere sviluppati e per poter, altresì, risolverli, impegnarsi e partecipare alla progettazione umana, con la creatività e la crescita relazionale.
Ma occorre riflettere sugli aspetti che apporta il trascorrere il tempo sulla spiaggia, in compagnia del respiro del mare. E come non ricordare la Filastrocca di Ferragosto di Gianni Rodari che ci induce a riflettere sui contesti che abitiamo e che spesso, presi dalla fretta e dagli impegni, ci capita di ignorare?
La filastrocca così recita:
Scrive Gianni Rodari, mentre tutti vanno in vacanza agli altri cosa rimane? "E chi quattrini non ne ha?/Solo, solo resta in città:/si sdraia al sole sul marciapiede,/se non c'è un vigile che lo vede,/e i suoi battelli sottomarini/fanno vela nei tombini./"(Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi, 1960). Anche se la filastrocca risulta datata, come si vede, i problemi che angustiano l'infanzia e l'adolescenza e gli adulti permangono e sono ancor più complessi e articolati perché le mutazioni della società e le accelerazioni complesse richiedono altre risorse e altre competenze. Quando tutti vanno in vacanze come nel periodo di Ferragosto occorre non dimenticare le persone in difficoltà, le persone più fragili, soprattutto i bambini e gli anziani e le persone più sole. Il richiamo alla Filastrocca di Gianni Rodari è un monito, un'esortazione a non abbassare la guardia, ad essere sempre disponibili e a non dimenticare mai, nessuno.
E la Filastrocca di Ferragosto di Giani Rodari, è una metafora della solitudine e dell'abbandono di cui spesso i bambini e le bambine sono le prime vittime innocenti. Una filastrocca per cantare, una filastrocca per sognare, una filastrocca per imparare, una filastrocca come questa per denunciare violenza e soprusi, una filastrocca che rimane negli occhi, nella mente e nel cuore, perché recita un infinito canto da ricordare e da ripetere, all'infinito. I versi dei poeti, come Rodari, si sa, sono versi dolorosi e ironici, misteriosi e dolenti, che invitano a sognare, come sogna il poeta che sollecita, a sua volta, a non disperare, e a lottare per aiutare, sempre».
Riproduzione riservata
E vivere il senso di libertà marina, lontano dagli impegni quotidiani fa pensare al tempo, alle sue metafore e al suo svolgersi senza inganni né compassione. Così, di tempo in tempo e di generazione in generazione, ci sono state e sempre ci saranno per sempre, le corse sulla spiaggia, i giochi infiniti sulla sabbia, la vitalità del tempo giovane che matura e va e il desiderio di fare l'alba, aspettando il sole, luce ferragostana.
Ma nel periodo di Ferragosto vi è un momento di pausa che coglie improvvisamente e pone tutti in surplace, in attesa di riprendere, dopo le vacanze, le occupazioni di ogni giorno. E mentre il cielo canta con voce celeste avvolto dai suoi sogni, il mare si trasforma in un indovino, in un cantore di storie antiche, in un novellatore di viaggi e avventure, di storie antiche e attuali. Luogo lirico per meditare e cogliere le sfumature della vita. E come il mare è un verro narratore di silenzi e di storie segrete, ma anche di storie di dolore e di disperazione, di tormento e di speranza, così la letteratura e la poesia non faranno mai paura per l'apporto che danno alla conoscenza e per il supporto che offrono alla creatività, quasi del tutto dimenticata.
Così, non sarà mai possibile scordare che l'Ulisse e l'Odissea di Omero, il Moby Dick di H. Melville, Il Vecchio e il mare di E. Hemingway, L'Isola del Tesoro di Robert L. Stevenson, Tifone di J. Conrad, Le Onde di Virginia Woolfe, La Bella Estate di Cesare Pavese, L'Isola di Arturo di Elsa Morante, La Riviera di Eugenio Montale e ottimo e non ultimo, il racconto lungo di Dino Buzzati, Il Colombre.
Dalla lettura di poesie e romanzi, si evince che il mare possiede un suo linguaggio e una sua natura e cultura, una sua nostalgia e una sua malinconia e d'estate sa anche indovinare i desideri dei suoi ospiti natanti, donando loro il piacere di addormentarsi sulla sabbia, di sognare e di viaggiare con la mente, di nuotare a perdifiato, di rinfrescarsi nell'acqua con gioco e allegria e di fare l'alba aspettando Ferragosto, a due passi dal mare.
Così, questi romanzi ci raccontano di mare e di spiagge, e gli scrittori e le scrittrici, ci narrano attraverso le avventure sull'acqua, la loro abnegazione per restituire attraverso il mare una elegia di pace, di dolcezza, di abnegazione e di perdono.
Vivere una giornata al mare, significa anche, oltre a divertirsi, e a godere della pura libertà, non deturpare i luoghi abitati, rispettando l'ambiente, la natura e la città tutta nella sua dimensione naturale, umana e civile. Soltanto così, nel rispetto delle spiagge, del mare, della natura tutta, sarà possibile apprezzare ciò che abbiamo ma che non dobbiamo deturpare, a piacimento. Vivere sul mare, vuol dire ritornare con gioia ad assaporare con pura delicatezza la natura che procura benessere a tutti noi. E ci invita a respirare, a pieni polmoni, scoprendo comportamenti legati all'etica della responsabilità e al rispetto dell'altro.
E così, il mare, con i suoi colori e la sua voce azzurra riempie il cuore dei bambini e delle bambine, per la libertà che concede nel nuotare, nel giocare sulla sabbia, nel rincorrersi, nell'incontrare gente sempre nuova e poter fare nuove amicizie.
Ma il mare a Ferragosto assume sempre una sua valenza di ritualità: per l'armonia familiare e individuale, per i ricordi di incontri avvenuti, per caso, sulla spiaggia e, rivelatisi decisivi per tutta la vita, per gli amori appena vissuti e poi, immediatamente finiti, per i sogni e per l'abnegazione nel voler a tutti i costi, decidere di raggiungere un obiettivo e chiedere fortuna alla luce al mare.
Il mare e la spiaggia, come si sa, sono luoghi di incontro, di relazione e di amicizia, ma sono anche luoghi che invitano alla riflessione, che fanno meditare sui temi e sugli argomenti che interessano, ma che devono essere sviluppati e per poter, altresì, risolverli, impegnarsi e partecipare alla progettazione umana, con la creatività e la crescita relazionale.
Ma occorre riflettere sugli aspetti che apporta il trascorrere il tempo sulla spiaggia, in compagnia del respiro del mare. E come non ricordare la Filastrocca di Ferragosto di Gianni Rodari che ci induce a riflettere sui contesti che abitiamo e che spesso, presi dalla fretta e dagli impegni, ci capita di ignorare?
La filastrocca così recita:
L'ironia pungente di Rodari rompe gli schemi letterari e con pochi tratti d'immagini furiose smantella tutti i luoghi comuni e i pregiudizi che abitano la società. E' un invito, quello del poeta di Omegna, a riflettere sulle persone in difficoltà, sui bambini e le bambine a rischio fragilità, suquelli abbandonati, su quelli che vivono sui fronti di guerra e sui bambini che perdono la vita in cerca di una vita migliore, annegando nel mare aperto. A loro va il nostro pensiero e la condivisione del dolore per una situazione così disperata che lacera il cuore."Filastrocca vola e va/dal bambino rimasto in città./Chi va al mare ha vita serena/e fa i castelli con la rena,/chi va ai monti fa le scalate/ prende la doccia alle cascate…/E chi quattrini non ne ha?/Solo, solo resta in città:/si sdraia al sole sul marciapiede,/se non c'è un vigile che lo vede,/e i suoi battelli sottomarini/fanno vela nei tombini./Quando divento Presidente faccio un decreto a tutta la gente;/"Ordinanza numero uno:/in città non resta nessuno; ordinanza che viene poi, tutti al mare, paghiamo noi,/inoltre le Alpi e gli Appennini sono donati a tutti i bambini./Chi non rispetta il decretato/va in prigione difilato".
Scrive Gianni Rodari, mentre tutti vanno in vacanza agli altri cosa rimane? "E chi quattrini non ne ha?/Solo, solo resta in città:/si sdraia al sole sul marciapiede,/se non c'è un vigile che lo vede,/e i suoi battelli sottomarini/fanno vela nei tombini./"(Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi, 1960). Anche se la filastrocca risulta datata, come si vede, i problemi che angustiano l'infanzia e l'adolescenza e gli adulti permangono e sono ancor più complessi e articolati perché le mutazioni della società e le accelerazioni complesse richiedono altre risorse e altre competenze. Quando tutti vanno in vacanze come nel periodo di Ferragosto occorre non dimenticare le persone in difficoltà, le persone più fragili, soprattutto i bambini e gli anziani e le persone più sole. Il richiamo alla Filastrocca di Gianni Rodari è un monito, un'esortazione a non abbassare la guardia, ad essere sempre disponibili e a non dimenticare mai, nessuno.
E la Filastrocca di Ferragosto di Giani Rodari, è una metafora della solitudine e dell'abbandono di cui spesso i bambini e le bambine sono le prime vittime innocenti. Una filastrocca per cantare, una filastrocca per sognare, una filastrocca per imparare, una filastrocca come questa per denunciare violenza e soprusi, una filastrocca che rimane negli occhi, nella mente e nel cuore, perché recita un infinito canto da ricordare e da ripetere, all'infinito. I versi dei poeti, come Rodari, si sa, sono versi dolorosi e ironici, misteriosi e dolenti, che invitano a sognare, come sogna il poeta che sollecita, a sua volta, a non disperare, e a lottare per aiutare, sempre».
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