Ex stazione della teleferica, rifugio di invisibile disperazione

«Non possiamo più tollerare che delle persone siano costrette a vivere in queste condizioni»

martedì 11 ottobre 2022 12.42
A cura di Ida Vinella
«Serve un dormitorio pubblico per tutte le persone senza dimora». Questo è l'appello diramato dalla Rete delle Associazioni di Barletta che sta organizzando per domenica prossima 16 ottobre alle ore 10 una manifestazione di sensibilizzazione nei pressi dell'ex stazione della teleferica collocata sulla litoranea di Ponente.

È questo uno dei luoghi della disperazione e della speranza che diventano rifugio per i migranti. «Si tratta di persone che la mattina, in gran parte e per pochi euro e al nero, lavorano nelle campagne degli italiani in condizioni di gravissimo sfruttamento da parte dei proprietari dei terreni e dei caporali - scrivono i referenti - Raccolta dell'uva, degli ortaggi e delle olive, ciclicamente, nella assenza di qualsiasi tutela, nella assenza dello Stato, della Regione, del Comune, delle Istituzioni».

Le immagini descrivono senza bisogno di parole lo stato dei luoghi, ancora più drammatico in questi giorni di piogge intense.

Ex stazione della teleferica, rifugio dei migranti
Ex stazione della teleferica, rifugio dei migranti
Ex stazione della teleferica, rifugio dei migranti
Ex stazione della teleferica, rifugio dei migranti
Ex stazione della teleferica, rifugio dei migranti
Ex stazione della teleferica, rifugio dei migranti

«La notte, per queste persone, si passa all'addiaccio, sotto qualche coperta o rifugiati in tenda, quando va bene. Le tende sono stracci o teloni di plastica tesi su aste in ferro o pali in legno: condizioni igieniche e sanitarie drammaticamente inesistenti, protezione dal freddo prossima allo zero».

I responsabili dell'Ambulatorio popolare si sono recati sul posto per documentare lo stato di degrado e disumanità, pubblicando il seguente video.



«Queste nel video sono le terribili condizioni, aggravate dalla pioggia di questa notte, in cui vivono, o meglio, cercano di sopravvivere molte persone migranti» si legge nella nota divulgata sui social. «Tende allestite nelle periferie, per non farsi vedere da nessuna e nessuno, nelle campagne o in spiaggia, nella ex Cartiera di Barletta, allo scalo merci della Stazione ferroviaria, nel fabbricato dell'ex Anagrafe in Via Cialdini; oppure in quello dell'ex Stazione teleferica di Barletta sulla Litoranea di ponente la stessa in cui, il 15/02/2021, Ahmed un bracciante agricolo di origine africana, aveva deciso di rifugiarsi. Non sapeva che vi avrebbe trovato la morte.

Ahmed, invisibile forse più di tutti gli altri, una tenda nemmeno l'aveva, si riposava adagiandosi su un muretto di cemento coprendosi con coperte che forse erano riuscite a riscaldarlo gli altri giorni ma non quel giorno, non quella notte. Moriva così, di freddo, a Barletta, dopo che la pioggia incessante dei giorni precedenti aveva allagato il fabbricato, rendendo persino impossibile l'accensione di un focolare, l'unica fonte di riscaldamento per lui e tutti gli altri invisibili. E questo si verifica ogni anno, si verifica sempre, si è verificato anche oggi 11/10/2022.

In sua memoria il 15/02/2022 abbiamo affisso una targa e deposto dei fiori, simboli non solo di un ricordo ma di una rivendicazione sociale: senza fasce tricolori, senza carabinieri a cavallo, senza autorità in cerca di facili consensi. Una targa per la prima volta non su un palazzo storico, non nelle vie del centro, ma in un inferno in terra, dove nessuno passa mai. Un monumento alla nostra cecità, al nostro passare oltre, al silenzio dei nostri cuori.

Barletta non può più continuare a fingere che queste persone non esistano, che questo ed altri posti, in cui trovano rifugio, non esistano. Non possiamo più tollerare che delle persone siano costrette a vivere in queste condizioni di massima povertà, emarginazione e degrado, condizioni che sono la vergogna di tutti gli esseri umani e in particolare della nostra comunità. Abbiamo immobili pubblici abbandonati e immobili confiscati alla mafia: alcuni di questi devono - non possono, devono - essere destinati quanto prima a dormitorio pubblico per le persone senza dimora. Nell'immediatezza la ex Stazione della teleferica come tutti i luoghi di rifugio devono essere almeno ripuliti e dotati di cassonetti per l'immondizia. Facciamo in modo che la morte di Ahmed non sia inutile.

Per questi motivi la prossima la Rete delle Associazioni di Barletta ha organizzato un evento di sensibilizzazione, che si terrà domenica 16 ottobre, alle ore 10:00, proprio nello piazzale della ex Stazione della teleferica, per sollevare la questione delle condizioni disumane in cui vi vivono moltissime persone. Tutta la comunità è invitata. Per Ahmed, per tutte le persone sfruttate ed emarginate, per noi».