Esporre in strada frutta e verdura? Da oggi è condannabile penalmente

Fruttivendolo avvisato, mezzo salvato: deve proteggere l’integrità dei prodotti in vendita

venerdì 14 febbraio 2014
A cura di Viviana Damore
Passeggiando per le strade di Barletta non è insolito inciampare, soprattutto transitando nelle piccole stradine della città, in cassettine di frutta esposte al pubblico. Questo fa parte del folclore, di Barletta come di ogni altra piccola cittadina deliziata dai prodotti della terra. In realtà il fenomeno è di origine lontana nello spazio temporale, in quanto da che "mondo è mondo" a Barletta la frutta o gli ortaggi si sono sempre venduti così, esposti in contenitori o cassette dinanzi ai portoni delle case dei fruttivendoli. I contadini, in tempi non molto lontani, dopo il raccolto del mattino, prevedendo quanto potesse servire per la propria famiglia, decidevano, per racimolare qualche soldo, di vendere ai passanti un certo quantitativo di prodotti della campagna. Tutt'oggi il fenomeno permane sporadicamente, nei quartieri storici e nelle viuzze cittadine e là dove si è totalmente estinto, ne beneficiano amici e parenti degli stessi contadini, che ricevono in dono preziosissimi prodotti agricoli.

Altra storia la vendita nei negozi dove, anche a Barletta, i fruttivendoli espongono i prodotti su piani "sufficientemente" rialzati, o almeno così dovrebbe essere. Non è raro infatti che anche nelle attività strettamente commerciali si verifichino episodi di esposizione di frutta e verdura agli agenti inquinanti provenienti dalla strada. Il fenomeno è stato dichiarato da qualche giorno, punibile penalmente, dato l'obbligo di assicurare l'idonea conservazione degli alimenti, preservandoli dalle sostanze nocive dell'aria. Sfortunatamente il fenomeno è diffusissimo a livello nazionale e locale, nonostante i giudici con la sentenza 6108/14, pubblicata il 10 febbraio della terza sezione penale della Cassazione, hanno precisato che integra tale fattispecie delittuosa una violazione dell'obbligo di assicurare l'idonea conservazione degli alimenti. Infatti, non è necessario che gli alimenti siano in cattivo stato di conservazione, ma a integrare la contravvenzione risulta sufficiente l'esposizione dei prodotti agli agenti inquinanti dell'aria, partendo dai gas di scarico dei veicoli in transito. Non serve infatti, ai fini penali, che si produca danno alla salute, ma per essere condannati, basta violare l'ordine alimentare, ovvero la necessità che gli alimenti giungano ai consumatori con le garanzie igieniche necessarie per natura.

Sicuramente il profumo della frutta e la pregustazione delle bontà nostrane, non possono che deliziare chi passeggiando per le strade incontri ricchi banchetti espositivi e voglia acquistare le prelibatezze della terra, per portare in casa propria anche una piccola parte di quei sapori. Ma ancor più lieta sarebbe l'occasione di disporre dei servizi di vendita agricola, senza che le strade siano ostacolate nella loro viabilità e nell'immagine di ordine e pulizia e che i prodotti siano danneggiati nella loro integrità. In fondo come diceva Tito Livio, non c'è legge che torni comoda a tutti, per il momento fruttivendolo avvisato, mezzo salvato.