Dopo la “semestrale” Bar.S.A. di pura sussistenza

Arriva la stangata fiscale della Giunta Maffei: TARSU + 23%. A quando serie politiche di sviluppo e raccolta differenziata?

lunedì 8 ottobre 2012 15.35
A cura di Franco Caputo
I dati informativi ed economici resi noti con la "semestrale di Bilancio", approvata di recente dal nuovo Consiglio di Amministrazione della Bar.S.A., rappresentano in maniera emblematica la stretta relazione esistente tra lo stato di salute "malaticcio" della Società e la precarietà che caratterizza la guida politica del socio di maggioranza, ossia il Comune di Barletta.

Una semestrale che segnala, sul piano economico finanziario, il difficile mantenimento di uno "stato di galleggiamento", conseguito a fatica dal management dell'impresa, che tuttavia non dice niente di incoraggiante sul versante dello sviluppo industriale. Una informativa che ancora una volta tende a giustificare il "campicchiare" del presente sulla base dei "disastri" del passato. Una nota insomma molto ricca di inutili dati storici ma scarsamente proiettata su direttrici prospettiche, tipica di una impresa tuttora prigioniera del suo passato e scarsamente capace di guardare avanti.

La necessità si ridurre i costi di gestione, quale inevitabile conseguenza della riduzione dei ricavi per il mancato adeguamento dei canoni di servizio da parte del Comune di Barletta, come riportato nella delibera del CdA, dimostra la dannosissima "dipendenza" delle sorti dell'impresa rispetto alle variabili condizioni del Comune in quanto "cliente" unico. Un cliente, al tempo stesso socio di maggioranza per il 72%, che poco ha fatto per determinare le necessarie strategie e condizioni gestionali indispensabili per determinare un serio sviluppo industriale di tipo quantitativo e qualitativo. I vagheggiati obiettivi della sovracomunalità dei accompagnati da forti politiche di sviluppo legate al ciclo dei rifiuti, compresa la raccolta differenziata, sono rimasti semplici enunciati.
La raccolta differenziata che, secondo i dati della semestrale, avrebbe raggiunto a Barletta il valore medio del 21,6%, di cui solo il 2,9% deriverebbe dalla raccolta dell'umido, è ben poca cosa rispetto agli obiettivi fissati dalla Regione Puglia ed è oltremodo distante dalle performance realizzate, ad esempio, in questi mesi nel Comune di Andria che si attesta intorno al 60%.

Oltretutto nel merito dei contratti attualmente gestiti dalla Bar.S.A. per conto del Comune per diverse decine di milioni di euro, non è mai stata effettuata una seria analisi che ne attestasse i caratteri di economicità e efficienza, assegnando di fatto all'impresa la stessa "logica del pubblico": tanto paga tutto il Comune. E quando i soldi pubblici non bastano è sufficiente aumentare la tassazione, esattamente come è successo con il Bilancio del 2011 che decretò l'aumento della TARSU per il 5%, passando da euro 1,96 a mq a 2,058. Con il Bilancio 2012, approvato dalla Giunta Maffei, vi sarebbe un ulteriore e pesante aumento del 23% della TARSU che passerebbe dagli attuali euro 2,058 a mq a 2,531. In pratica chi oggi paga, per un appartamento medio di 100 mq., una tassa rifiuti pari ad euro 200, dovrà pagare un ulteriore aumento di circa 50 euro (tot. € 250), alla faccia dell'auspicato "pacchetto anticrisi".

La sterile rendicontazione per bilanci e semestrali in stile ragioneristico-condominale, con comodo ribaltamento dei maggiori costi sui contribuenti, ha ormai fatto il suo tempo. Se non cambiano certe logiche, nelle condizioni date, a nulla potranno mai servire i rinnovi di Consigli di Amministrazione o di altri organismi societari soprattutto se essi si rivelano un semplice "turn over" di personaggi che rispondono sempre agli stessi vezzi della politica. Nulla cambierà se si continua ad anteporre la "poltrona al progetto". Ancor più se si vedono sulla scena figli di "politici di lungo corso" o pseudo rappresentanti "illuminati e plurincaricati" della società civile, notoriamente molto vicini a certi ambienti politici regionali.

Occorrerebbe un serio cambio di passo. La difficile congiuntura economica unitamente alle vagheggiate esigenze di sviluppo industriale della Bar.S.A necessitano di indirizzi politici e modelli gestionali ben diversi. Di gran lunga più appropriati, accanto a scelte politiche chiare, sarebbero ad esempio i "Bilanci di Sostenibilità" quali strumenti di pianificazione e rendicontazione sistematica delle attività e dei risultati raggiunti in ambito ambientale, sociale ed economico. Un modello molto valido anche come modalità sia di informazione che di dialogo con i vari stakeholders (pubblici e privati). Bilanci e forme di rendicontazione trasparente che evidentemente non possono essere riposti nelle mani di soggetti "dipendenti della politica" ma che necessitano di serie verifiche da parte di organismi totalmente esterni e indipendenti. Ci rendiamo amaramente conto che si tratta, purtroppo, di una "musica" ancora molto lontana dai gusti di questa politica fallimentare ripiegata sui piccoli interessi di pochi.