Dio non si stanca di scendere nell'abisso della nostra umanità

Il vangelo di Natale spiegato da don Vito Carpentiere

domenica 25 dicembre 2016 9.56
Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio. C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Il vangelo della notte di Natale diventa un'emblematica icona che presenta il modo di agire dell'uomo e il modo di agire di Dio nella nostra storia. Mentre i potenti di questo mondo hanno bisogno di contare i propri sudditi per mostrare agli altri quanto essi valgono, Dio sceglie di non contare perché ricomincia a scrivere la storia non con i grandi numeri ma con l'atto che più d'ogni altro dà futuro, la nascita di un bimbo! Se i riflettori della storia e della cronaca indugiano su particolari quasi esclusivamente negativi, Dio sceglie una luce tenue ma ferma che riorienta la speranza dell'umanità, un semplice ma intenso racconto di nascita umana, per giunta in un contesto di rifiuto.

"Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'alloggio". Questi gli scarni versetti che, come un granello di sabbia che entra in un meccanismo, invertono il senso della storia dell'umanità. Mentre io mi affanno per affermarmi, scavalcando posizioni e persone, Lui scende, fin nei bassifondi della mia umanità, per illuminare gli angoli bui nei quali mi vergogno di me stesso. Se la prima volta non ha disdegnato di nascere ed essere deposto in una mangiatoia, non disdegnerà ancor oggi di nascere nelle tenebre che mi porto dentro, nonostante la luce appariscente del mio orgoglio. Lui si fa umile prece io ritrovi la sua via e la mia, quella dell'umanità redenta.

E, infine l'annuncio ai pastori, che hanno tremato di paura allo splendore di quella luce: temevano che l'angelo della distruzione fosse giunto per loro, misere creature considerate al pari delle bestie che allevavano. Ed invece un "non temete" rompe quella maledetta paura che l'uomo ha di Dio, ed ascoltano che quella nascita è anzitutto per loro e per quelli come loro, per tutti coloro cioè che si sentono lontani da Dio.

Così Dio entra nella storia dell'umanità, come luce mentre le tenebre avvolgevano il mondo!
Così Gesù bambino vuol entrare nella mia vita, nonostante le tenebre che mi porto dentro!
Non esitare a farlo entrare e con Lui inizierà la rivoluzione più bella di tutta la tua vita!
Buon Natale!


[ don Vito ]