«Dietro ogni pizza che vince c’è una storia», premiato Giovanni Cristallo di Barletta

Si riconferma sul podio il pizzaiolo barlettano: «La mia "Sasà" nasce dalla sinergia padre-figlio»

mercoledì 6 dicembre 2017
A cura di Rossella Vitrani
Sembra inarrestabile il pizzaiolo barlettano Giovanni Cristallo, di ritorno dalla gara Pizzaioli nel mondo (P.N.M) in cui si è distinto tra più di 150 partecipanti provenienti da tutto il mondo guadagnandosi il 2° posto nella gara "Pizza Larga" e il 3° posto nella sfida per la "Pizza Dessert".

Il segreto? La passione per l'arte bianca - come ama definirla - che anche questa volta sembra aver messo tutti d'accordo ponendo sul podio in una gara di eccellenza culinaria, il pizzaiolo barlettano che si riconferma tra i migliori. Già campione mondiale più volte, questa volta il pizzaiolo barlettano ha incontrato colleghi provenienti da Francia, Romania, Marocco, Egitto solo per citare qualche paese. Lo abbiamo incontrato per sapere sulla competizione tenutasi a Frosinone. Nel corso dell'intervista, Giovanni ha voluto fossi io a scegliere il nome della "pizza dessert" classificatasi al terzo posto. Ebbene, in attesa del responso dell'autore di tale delizia culinaria, il risultato della scelta di tale nome è dettato dalla sintesi tra l'esaltazione di sapori ( l'impasto al cioccolato e la ganache sposano sapientemente la vellutata di lamponi, more, e scaglie di cocco ) e l'orgoglio per la vittoria del nostro concittadino. "Dolce trionfo" pare dunque il nome più giusto.

Come sono nate le tue ultime creazioni portate in gara quest'anno?
«Sono nate per gioco. Ho portato in gara due nuove pizze: una pizza dessert e la Sasà, una pizza bianca con zucchine, mozzarella fior di latte, polpo grigliato e una salsa che faccio io al cognac».

A cosa o a chi ti sei ispirato?
«La creazione della pizza salata la devo a mio figlio. Si chiama Savino e frequenta l'istituto alberghiero. Vorrebbe diventare chef. È stato proprio lui a suggerirmi questi ingredienti che creano un'esplosione di sapori. La Sasà, come l'ho chiamata, è una pizza nata dalla sinergia tra un padre e suo figlio dunque e ciò non può che rendermi ancora più orgoglioso della vittoria, che vale doppia se condivisa».

E per la pizza Dessert?
«Quella è nata dalla complicità con il mio pasticcere di fiducia. Avevo provato due impasti, uno al caffè e l'altro al cioccolato ma l'esaltazione del gusto della vellutata di lamponi che incontrano la ganache al cioccolato, le more e le scaglie di cocco ha vinto. Non le ho ancora dato un nome, ma potreste sceglierlo voi per me, lo leggerò volentieri all'uscita dell'articolo».

La maggiore soddisfazione qual è stata?
«La mia maggiore soddisfazione deriva dalla pizza dessert, perché inaspettata».

Cosa hai portato a casa da questo nuovo trionfo che ti rivede sul podio ancora una volta?
«Amici, nuovi incontri e soprattutto confronti con persone di culture differenti. C'era chi è venuto dalla Transilvania. Tutti molto umili e preparati al contempo, ho trovato tanti professionisti pronti a confrontarsi e a divertirsi».

Dopo questo terzo mondiale che ti vede protagonista, hai nuove idee, progetti, insomma cosa "bolle in pentola" o meglio dire nel tuo caso "cosa cuoce in forno"?
«Ho già nuovi progetti e prometto che ve li farò sapere appena sarà possibile. Ciò che conta è continuare a portare l'eccellenza dei prodotti e delle materie prime pugliesi e a chilometro zero, vero orgoglio e segreto delle vittorie ottenute negli anni».

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