Denuncia dal Teatro delle Lanterne: «R*Estate ad Andria? No, costa troppo partecipare al cartellone di eventi»

​«Le cifre richieste per le autorizzazioni previste in materia di pubblica sicurezza sono fuori dalla portata di una piccola realtà emergente come la nostra»

sabato 25 giugno 2022 10.41
Dopo la pubblicazione dell'avviso per un percorso di co-progettazione di un programma di eventi per la "bella stagione", un'associazione della Città della Disfida, che avrebbe voluto parteciparvi, ma non ha potuto farlo a causa della troppa e costosa burocrazia:: «siamo il Teatro delle Lanterne, una compagnia teatrale attiva a Barletta dal 2018. In questi quattro anni abbiamo sempre perseguito gratuitamente il nostro sogno: quello di vivere di teatro e di mandare messaggi sociali attraverso quella che è la nostra forma di espressione.

Viviamo la nostra vita associativa all'interno di una parrocchia, che ci ha offerto un posto in cui esprimerci. Da pochi mesi, dopo anni di prove, abbiamo cercato di portare la nostra arte all'esterno. E ci siamo anche riusciti, tramite dei privati e delle sponsorizzazioni che ci stanno permettendo di crescere. Quando ci siamo scontrati con la burocrazia, però, sono sorti i primi problemi.

Proprio per partecipare al bando pubblico "R*Estate ad Andria", le cifre richieste per le autorizzazioni previste dalla normativa vigente, in materia di pubblica sicurezza, erano fuori dalla portata di una piccola realtà emergente come la nostra.

Perché dovremmo pagare per quello che dovrebbe essere, al contrario, un servizio pubblico e aperto ai cittadini? Perché attribuire a noi i costi di pratiche di pubblico interesse?
Non abbiamo pretese monetarie. Solo maggiore accessibilità, questo sì.

"La visibilità è un compenso molto grande!". Certo che lo è, nel momento in cui le amministrazioni si attivano per poter permettere a noi, associazioni amatoriali, di poterci esibire anche nelle migliori condizioni economiche possibili.

Non siamo stanchi di fare quello che facciamo, ma siamo sfiduciati. Chiediamo alle istituzioni di darci una prova di fiducia».