Crisi al consiglio comunale di Barletta: «Una frattura insanabile»

Commento di Alessandro Zagaria del Collettivo Exit. «Siamo governati da lobby affaristiche prive di qualsiasi legittimità politica»

mercoledì 6 luglio 2011
«Dovremmo esordire il nostro intervento con una semplice frase: "niente di nuovo sotto il sole"». Interviene Alessandro Zagaria, in rappresentanza del collettivo Exit, che dichiara: «Perché quello che sta avvenendo nella nostra città, con le dimissioni dopo 45 giorni dalla sua elezione del Sindaco Maffei,rispecchia perfettamente lo stato di crisi in cui versa la democrazia rappresentativa».

«Tutti i vari interventi che si sono succeduti all'indomani del Consiglio Comunale del 29 giugno hanno posto il loro accento sulla frattura sempre più insanabile che da tempo vive il Partito Democratico. Questo tipo di analisi sarebbe interessante se realmente ci fosse uno scontro all'interno del PD tra due anime che hanno una visione opposta di modello di sviluppo della città. Ma questo purtroppo non avviene, perché viene a mancare una delle basi fondamentali per realizzare una vera contrapposizione tra due idee di società e cioè, il Partito stesso.

Da tempo ormai assistiamo alla completa assenza dei partiti nei nostri territori che fungono ormai da contenitori privi di idee e progettualità,incapaci di costruire percorsi di democrazia,ma usati da soggetti alquanto discutibili solo per farsi eleggere a cariche istituzionali. Anche la compravendita dei voti dilaga nel momento stesso in cui i Partiti si sfaldano,incapaci e riluttanti a "selezionare" una classe politica all'altezza e quindi ben lieti di affidarsi a faccendieri pronti a versare fiumi di soldi per farsi eleggere. Questo processo non avviene solo all'interno del Partito Democratico ma attraversa indistintamente tutti i Partiti sia di centro-destra che di centro-sinistra,che all'indomani di qualsiasi elezione perdono qualsiasi agibilità politica, diventata un attimo dopo prerogativa esclusiva degli eletti.

Infatti ci troviamo governati non più da quei soggetti politici deputati a farlo in base ai dettami costituzionali e cioè i partiti,ma da lobby affaristiche e clientelari prive di qualsiasi legittimità politica. Questa situazione non fa altro che accentuare la crisi della democrazia rappresentativa priva ormai di qualsiasi strumento per rappresentare realmente i bisogni e le istanze che emergono dalla società. Ed è in questo scenario di completa assenza dei soggetti politici preposti che emergono capi bastone come Caracciolo e Mennea,privi di qualsiasi progetto politico, pronti a farsi la guerra per garantirsi fette sempre più consistenti di potere.

C'è una stretta correlazione tra due iniziative avvenute durante e dopo il consiglio comunale del 29 giugno e che ci interrogano sullo stato di degenerazione della politica istituzionale,ormai ridotta ad una farsa e riguardano le dimissioni del segretario del PD Franco Caputo e l'ordine del giorno presentato in consiglio comunale sul voto di scambio da Alfarano. Infatti le dimissioni del segretario da un ruolo e da un Partito che non c'è, non hanno nessun effetto politico perché i veri detentori della mediazione e della contrattazione sono quegli stessi eletti, detentori di un consenso legittimato dal voto di scambio. Alfarano ,che irride la città con il suo ordine del giorno sul voto di scambio, dovrebbe
invece proporre in consiglio comunale una discussione su come si costruisce e viene legittimato il suo consenso e quello dei suoi colleghi.

Tutto ciò dimostra, se ancora c'è ne fosse bisogno, che è urgente intraprendere un percorso che porti alla costruzione di nuove istituzioni basate sul principio della democrazia diretta,della partecipazione e dell'autorganizzazione. Questo processo è reso necessario anche per cercare di dare delle risposte ad una crisi economica che investe sempre più i nostri territori, non solo distruggendo diritti e stato sociale ma anche accentuando le criticità ambientali. Lo abbiamo visto con il referendum su acqua e nucleare,dove c'è stata una straordinaria domanda di partecipazione popolare,lo stiamo vedendo in questi giorni con un movimento come quello No Tav che rappresenta un movimento di popolo che cerca di impedire un'opera inutile e costosa. Anche nei nostri territori con i numerosi comitati sorti in questi anni sulle tematiche ambientali e su quelle sociali vogliamo riprenderci la possibilità di realizzare un altro modello di società. Questo percorso lo vogliamo allargare a tutti quei soggetti che non si sentono rappresentati e vogliono costruire una vera alternativa».
Si susseguono, possiamo oramai affermarlo, inquietanti le molteplici e preoccupate note che da più parti, comprese quelle dei segretari dei partiti sia di maggioranza che di minoranza e di associazioniche non lasciano spazio ad alcun ottimismo circa la più pacifica ricucitura nel partito democratico e nella maggioranza. Perviene in redazione. l'indignazione della città, ch'essa irrecuperabile e Barlettalife la traduce facilmente pubblicando i vari comment idegli utenti che più di altre autorevoli dichiarazioni spiegano quello che poteva apparire inspiegabile o quanto meno sottaciuto nelle righe della politica locale. I nostri lettori esplicitamente anagrammano nome e cognome del sindaco con altri esponenti della maggioranza, tipo il Sig. Caracciolo, ironizzando sulla però non comprovata dipendenza politica nella quale sin da subito il sindaco verrebbe a trovarsi. I nostri lettori colgono le distorsioni. .Quella che era contenuta rabbia, ora diventa immenso spazio critico e molto è riconducubile ad una campagna elettorale istruita sugli interessi ed ora sappiamo, anche sull'odio politico-amministrativo.Le inchieste di Barlettalife sulla compravendita dei voti, trovano puntuale riscontro e ammisioni proprio in apertura della legislatura della amministrazione. Un consiglio brutale, indefinito, indefinibile dove appunto la questione compravendita del voto, ora fortunatamnente giunta nell'aula di Montecitorio con allegato il lavoro di Barlettlife, ha visto ulluminarsi in tutta la sua ineluttabile realtà. Ma, l'argomento a Barletta, in consiglio comunale, è stato prontamente spento dalla oppotunità e dalla convenienza. Carne al fuoco di questo tipo è meglio sottacerla e possibilmente cestinarla il più presto possibile. Eppure molto della pericolosità politica barlettana è in questa questione che dovrebbe essere sviscerata e portata copiosa nella sua documentazione, sui tavoli competenti. Barlettalife diventa, in questi giorni, forum imprescindibile in cui la democrazia è messa in forte discussione. Dobbiamo rispetto alle voci, tramutate in mail, che raggiungono la redazione e che trovano tutte, proprio tutte, accoglienza e pubblicazione. Colgo solo l'occasione per spiegare ai lettori che molte loro note risultano interessanbti e sicuramente apprezzabili per l'onestà e la nitidezza intellettuale con le quali vengono corredate. Fatti ancora riferite alla compravenduta dei voti. Ma, poichè potrebbero facilmente avviare definitivi e consistenti dubbi che però abbisognerebbero di riscontri dicumentati e oggettivi, non possiamo pubblicarli, anzi vengono cestinati in mancanza di identificazione. Tutta la redazione, come nel recente passato, dopo appunto la nostra inchiesta sulla compravendita del voto sta trovando eco regionale e nazionale, non va in vacanza. Aspetta gli eventi e sempre più "numeroso" il vostro dissenso e la vostra indignazione, unici termini che possono ridare rotta morale alla città.

Michele Sarcinelli