Condannato all’ergastolo Massimo Sileno: trucidò Luigi Corvasce nel 2003

A dodici anni di distanza si è giunti alla sentenza di primo grado

sabato 21 marzo 2015
E' stato arrestato, con l'accusa di omicidio, l'assassino di Luigi Corvasce, freddato il 29 aprile 2003 nonostante avesse tentato di fuggire rifugiandosi in un barbiere della zona. "Gino Karatè" non ebbe scampo, era questo il soprannome dell'uomo che pare fosse un fedele affiliato del clan Cannito e che fosse stato coinvolto nel duplice omicidio di via Baccarini del 1991. Nel momento del suo assassinio, il Corvasce era libero già da due anni, mentre sottostava agli obblighi della sorveglianza speciale.

Le indagini furono condotte all'epoca dal Nucleo operativo della Compagnia di Barletta, con l'investigazione di Saverio Santoniccolo. Pare che sin dall'inizio si pensò che l'omicidio fosse in qualche modo collegato alle faide tra clan mafiosi barlettani, essendo il Corvasce, inizialmente uomo di punta del clan Cannito, passato da qualche tempo nelle milizie di Savino Filannino, boss che tradendo i Cannito aveva costituito un clan a parte. Lo scorso ottobre è giunta la sentenza del giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Sergio Di Paola, con la condanna a dieci anni e sei mesi, del collaboratore di giustizia Geremia Curiello, 37enne barlettano, ritenuto il mandante dell'omicidio. Furono assolti dall'accusa di omicidio premeditato, lo scorso ottobre, per insufficienza di prove, Saverio Pellizzeri 35enne e Filippo Tatò 36enne, entrambi barlettani seppure fossero stati tirati in ballo dal pentito. La Procura Distrettuale Antimafia aveva chiesto la condanna di entrambi: 30 anni di carcere la pena chiesta per Tatò, 18 per Pellizzieri. Mentre era stato inviato a giudizio davanti alla Corte d'Assise di Trani un quarto imputato: Massimo Sileno, oggi 43enne. I quattro imputati, sono stati tutti ritenuti appartenenti al clan barlettano Cannito-Lattanzio. La Procura Antimafia barese sostenne che l'ordine alla sparatoria fosse stato impartito da Pellizzieri dal balcone della propria abitazione, mentre all'esecuzione materiale avrebbero provveduto Tatò, alla guida di una Vespa, e Sileno, armato di pistola calibro 9.

E' stato infatti condannato all'ergastolo con isolamento diurno di un anno, Massimo Sileno, 43enne, originario di Venosa, riconosciuto a tutti gli effetti colpevole dell'omicidio di Luigi Corvasce nella sentenza di primo grado. Quanto disposto dalla sentenza esemplare, lo scorso 27 febbraio, è stato riportato da Giulia Pavese, presidente della Corte d'Assise del Tribunale di Trani, con giudice a latere Lorenzo Gataleta. L'imputato, sotto la difesa dell'avvocato Vito Barbuzzi, è stato inoltre condannato al pagamento di spese processuali e di mantenimento in carcere, interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e in interdizione legale durante l'esecuzione della pena.