Comitato di zona 167: «Contrasto al consumo e spaccio di sostanze stupefacenti, politica timida»

La nota firmata dal presidente Giuseppe Dibari

sabato 23 marzo 2024 12.41
«Un triste primato quello della Bat, provincia in cui si consuma più cocaina. Questo è quanto emerso dagli ultimi risultati dello studio nazionale sulla droga e le acque reflue, analizzate dall'istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri" che, prelevando e studiando campioni di acque reflue in varie città italiane nel biennio 2020-2022, è riuscito a stabilire l'utilizzo di sostanze stupefacenti all'interno della popolazione. Secondo i dati del report, pubblicato lo scorso agosto 2023, si tratta infatti di 15 dosi di cocaina al giorno ogni 1.000 abitanti, più della media nazionale che è di 11 dosi quotidiane. Un record certamente negativo per la sesta provincia pugliese, se si pensa che sono soprattutto i giovani che si accostano alle droghe di ogni tipo, alcol e ludopatia, con sempre crescente facilità ed età sempre più basse. Un triste primato che deprime fortemente ogni sacrificio speso per la promozione del territorio creando un forte pregiudizio nei confronti degli operatori turistici che subiscono la contrazione della domanda». Così il presidente del Comitato di quartiere zona 167, Giuseppe Dibari.

«In relazione a questo fenomeno, sta proseguendo costantemente l'attività dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, con l'ausilio delle unità cinofile, mettendo in campo tutte le energie per la prevenzione ed il contrasto allo spaccio delle sostanze stupefacenti. Fondamentale anche il ruolo ed il contributo della Asl Bat che organizza periodicamente iniziative culturali e sociali di prevenzione, di approfondimento e dialogo, contro l'abuso e il traffico illecito della droga che minaccia la vita di molte persone e delle loro famiglie. Tuttavia dobbiamo registrare una certa "timidezza" da parte della politica nel mettere in campo un impegno deciso e forte, come sollecitato dal Comitato di zona 167 qualche mese fa con un appello, attraverso il quale si chiedeva a Sindaco, Presidente del Consiglio, Assessori e Consiglieri Comunali di sottoporsi al test volontario del capello, testimoniando così un forte impegno al contrasto del fenomeno. Ma oltre una disponibilità dichiarata della Consigliera Stella Mele e del Consigliere Michele Trimigno non abbiamo evidenza di alcun riscontro o evoluzione e vogliamo pensare che ciò sia legato a fattori di tempo e non ad un discutibile "voltarsi dall'altra parte" che farebbe calare inevitabilmente un'ombra sulla politica che, invece, dovrebbe essere l'esempio più limpido verso la comunità che amministra».