Centro comunale di raccolta: tra perplessità e rassicurazioni

Faccia a faccia tra Commissione Ambiente e residenti del quartiere "Barberini"

giovedì 8 maggio 2014 9.22
A cura di Floriana Doronzo
Quartiere Barberini penalizzato o avvantaggiato? Il CRR (Centro comunale raccolta rifiuti) una bruttura o un servizio? I dubbi sulle ipotesi di penalizzazione, antiestetica e danni alla salute sembrano ormai dissipati; tuttavia lo scetticismo dei residenti persiste e non con poca enfasi.

Partiamo dall'inizio: una volta adottata la raccolta porta a porta (operativa in tutta la città da settembre 2014), il CRR diventa struttura necessaria per uno smaltimento efficiente dei rifiuti, vista l'automatica rimozione dei cassonetti dalle strade. Nel Centro infatti saranno conferiti carta, cartone, plastica, vetro, apparecchiature ingombranti (TV, elettrodomestici e mobilio), indumenti usati, toner, pile e farmaci; evidentemente rifiuti che, se abbandonati in campane non apposite, accanto ai cassonetti o in campagna, rappresentano un grave danno per l'ambiente. A sostegno di questo progetto, è intervenuto nella VII Commissione Ambiente il referente regionale ISDE (International society of doctors for environment) Agostino Di Ciaula: «Visto il grave rischio ambientale a cui il nostro pineta va incontro, è doveroso per ogni comunità abbandonare le cattive pratiche di produzione e smaltimento rifiuti per adottarne delle buone. Acquisto di prodotti con imballaggi riciclabili, separazione alla fonte, raccolta PaP, compostaggio, riciclaggio, centro riutilizzo e riparazione, incentivi economici, centro di ricerca separazione rifiuti e responsabilità industriale sono i dieci comandamenti per un modello ecosostenibile- il cui ingranaggio per funzionare ha bisogno di cittadinanza, politica e industrie. Affinché questi tre soggetti cooperino bene è indispensabile sviluppare l'educazione all'ambiente, un cambio culturale. Assimilare un CRR a una discarica è l'evidente sintomo di una confusione che domina nella gran parte della comunità e che non fa passare la preziosità indispensabile di questo messaggio. Non c'è alcun tipo di conseguenza sulla salute dei cittadini; problema invece presente nei residenti vicini a discariche, inceneritori o cementerie. La Buzzi Unicem produce il doppio delle emissioni di CO2 rispetto a uno dei più grandi inceneritori d'Italia che è quello di Brescia. Solo il 22% dei rifiuti prodotti a Barletta finisce nel circuito del riciclo; questo vuol dire che il 78% dell'indifferenziato di questa città va in discariche/inceneritori. L'amministrazione e la cittadinanza devono essere consapevoli che all'aumentare dei rifiuti aumentano i costi di smaltimento. Barletta paga 300.000 euro al mese per lo smaltimento; ciò significa che anche solo dimezzando la quantità di rifiuti si risparmierebbero 1,8 mln di euro (da incrementare con i proventi derivanti dai consorzi di filiera) da poter destinare ad altro. Queste sono perdite gravi per i cittadini in termini economici e sanitari(TARSU, TARES, Ecotassa, tumori, malformazioni congenite, disfunzioni polmonari) e grandi guadagni per i produttori CDK/CSS, per i proprietari di discarica e mafiosi ».

Il conferimento dei rifiuti nel Centro comunale di raccolta sopperisce anche ai limiti strutturali e temporali della raccolta PaP: se con questa infatti ci sono dei giorni prestabiliti per ogni frazione, nel CRR ci si può recare tutti i giorni per depositare i propri rifiuti. La tempistica riguarda la durata del deposito (massimo 72 ore le frazioni umide in raccoglitori chiusi, massimo 2 mesi le frazioni solide). C'è anche la possibilità di destinare una parte del CRR a un'area di raccolta, riparazione e riutilizzo di oggetti rotti, da mettere a disposizione gratuita dei cittadini meno abbienti. Altra possibilità potrebbe essere quella di premiare il cittadino virtuoso con una riduzione fiscale o con buoni spesa.

Nel corso della riunione, tutti questi benefits vengono riconosciuti dai presenti, molti dei quali residenti nel quartiere prescelto per l'ubicazione del CRR, che sarà tra Via degli Ulivi e Via dei Salici. Tuttavia, i nodi vengono al pettine quando i cittadini, infastiditi dall'approvazione del progetto senza una consultazione popolare, contestano la bruttura della struttura in un quartiere già di per sé poco valorizzato dai disegni politici, la nocività della stessa, l'inadeguatezza della zona e la poca chiarezza della normativa. In particolare, sono emersi i problemi relativi alla vicinanza delle scuole e all'intensificarsi del traffico veicolare, che il Dott. Di Ciaula assicura che non incrementerà perché verrà meno quello degli automezzi pesanti non essendoci più i cassonetti. Il quartiere, conscio delle sue problematicità attuali (allagamento e mancata pulizia delle strade), si chiede in che modo il CRR potrà essere una manna dal cielo e non un ulteriore punto critico. Perplessità legittime, ma che devono lasciare spazio alle rassicurazioni politiche-che avranno modo di essere verificate. Emerge anche la questione della recinzione: la normativa nazionale ne prevede due, una interna e l'altra esterna. Il progetto dell'amministrazione barlettana prevede solo la recinzione interna di 2m, mentre sostituisce quella esterna con un tappeto erboso di 5000 metri quadrati arricchiti con cespugli e alberi per ridurre l'impatto estetico.

In conclusione, c'è da aggiungere che questo CRR non è l'unico pensato dalla Commissione Ambiente, la quale si sta adoperando per presentare domanda al bando regionale per il finanziamento di 250.000 euro per centri comunali di raccolta non cofinanziati da altri comuni, come invece sarà quello in questione. A questo di Via degli Ulivi partecipano i comuni di Bisceglie, Canosa e Corato e sarà attivo entro giugno 2015, previo regolamento partecipato tra amministratori e cittadini.