Bonifica rimandata, concessa alla Timac la proroga del sequestro

L'azienda ha fatto ricorso al Tar per dimostrare l'illegittimità delle ordinanze emesse dalla provincia

sabato 24 settembre 2016
"Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Trani, Angela Schiralli, dando atto a Timac delle attività in corso di bonifica e messa in sicurezza, ha accolto l'istanza presentata dai legali dell'azienda – i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno (Studio legale Pavia e Ansaldo) – per la proroga del provvedimento di sequestro con obbligo di bonifica emanato dalla procura lo scorso giugno, aggiornando la data in sequestro (20 settembre 2016) al 31 gennaio 2017. La scadenza del provvedimento avverrà dunque dopo l'udienza fissata dal Tar al prossimo 11 gennaio 2017 sulla illegittimità delle due ordinanze che erano state emesse dalla Provincia sotto la presidenza di Francesco Spina e che sono state mantenute sotto la presidenza di Giuseppe Corrado, provvedimenti per i quali Timac ha chiesto e ottenuto nelle scorse settimane la fissazione immediata della discussione di merito. L'istanza di proroga del sequestro, ora accolta dal gip, è stata presentata da Timac proprio sulla scorta della fissazione dell'udienza al Tar e dei continui ostracismi del settore VIII ambiente e rifiuti della Provincia all'ultimazione delle attività di bonifica che l'azienda ha assunto l'impegno sociale di eseguire pur essendo estranea all'origine dei relativi inquinamenti. Merita di essere sottolineato come il provvedimento del gip sulla proroga abbia trovato parere favorevole da parte del pubblico ministero, così come appare significativo sottolineare che il provvedimento di proroga dia atto all'azienda di stare operando per il completamento della «bonifica dell'area, già avviata secondo le modalità rappresentate»". E' quanto rende noto l'ufficio stampa di Timac Agro Italia, che prosegue: "Coniugare ambiente e sviluppo resta la nostra stella polare. Intendiamo operare concretamente nel merito per rispettare la decisione della magistratura, che ringraziamo per la correttezza e la tempestività dei provvedimenti assunti".

"L'azienda ha operato su più fronti - fanno sapere direttamente da Timac - realizzando le "MISO" sul suolo-sottosuolo, impermeabilizzando tutto lo stabilimento e offrendo una messa in sicurezza della falda proposta e accolta in Conferenza di Servizi, che richiederebbe un pump and treat (ovvero un sistema di emungimento delle acque di falda e successivo loro trattamento) che per la sua attivazione la Regione ha deciso di chiedere il parere di tre enti: Asl, Arpa e Provincia, quest'ultima in qualità di autorità Aia. Ebbene, Asl ha risposto favorevolmente, lo stesso ha fatto Arpa. La Provincia invece ha mantenuto il proprio solito atteggiamento verso Timac proseguendo nel tergiversare e nel rifiutare di assumersi, come gli altri enti, le proprie responsabilità, sollevando problemi burocratici assurdi e inapplicabili, senza fornire le risposte che sarebbero di sua competenza e mostrando in questo senso una radicale, inspiegabile e irresponsabile linea rispetto a quella tenuta da tutti gli altri enti chiamati ad esprimersi su questa vicenda. Timac sta dunque rivolgendosi alla giustizia amministrativa per ricevere quelle risposte che ha cercato ripetutamente e inutilmente nell'arco di mesi di ottenere dagli enti preposti, con un evidente danno nei confronti dell'azienda e della comunità locale e accumulando un inutile ritardo".