Barletta, l’eccellenza barlettana alla conquista della moda italiana

Salvatore Dargenio, un successo nato dal nulla. Il giusto mix tra barlettanità e napoletanità

martedì 18 maggio 2010 21.31
A cura di Nicola Ricchitelli
Un mix tra barlettanità e napoletanità, un marchio ed una linea di abbigliamento ispirati all'ironia e allo spirito napoletano, ma ideati nella città della disfida.

Stiamo parlando dei capi sportswear realizzati nelle migliori aziende di Puglia e d'Italia, capi che si contraddistinguono per la qualità impeccabile e destinati a una clientela di alto livello tra cui calciatori e imprenditori di successo. Una delle strade per combattere la crisi, imboccata con successo dall'imprenditore barlettano Salvatore Dargenio, 45 anni non ancora compiuti, inventore di uno dei marchi cult dello sportswear nazionale: «Cooperativa Pescatori di Posillipo».

Il marchio famoso per il suo cornetto rosso ricamato sulle magliette o applicato ai cursori delle chiusure lampo è da cinque anni sul mercato, con un volume di affari di sei milioni di euro l'anno e capi per uomo, donna e bambini venduti in 800 negozi di tutta Italia, «Cooperativa Pescatori di Posillipo» resiste bene appunto ai contraccolpi della crisi, anche se il suo inventore ammette: «Non è facile nemmeno per noi».

Salvatore Dargenio ha il suo centro creativo in via Callano, nella zona industriale di Barletta, è uno di quegli imprenditori nati dal nulla. Operaio da quando aveva 13 anni, ha creato nel 1990 l'azienda «Momenti srl» dove produceva capi di qualità ma con marchi destinati alla grande diffusione. Poi nasce la Cooperativa Pescatori di Posillipo, un marchio con dietro una sua filosofia che esprime l'ironia del Sud e non c'è nulla di più ironico di Napoli.

Tutto però viene pensato, ideato e disegnato a Barletta dove lavorano circa venti dipendenti, poi la realizzazione di ogni capo viene affidato a una specifica azienda, ma sotto la costante attenzione dell'azienda madre. Dargenio non nasconde che persegue l'ideale di produrre tutto a Barletta e dintorni, anche se 'indotto genera lavoro per 200 persone.