«Barletta dovrebbe diventare "direzione di Scalo Portuale"»
Dario Damiani commenta la recente riforma delle autorità portuali
lunedì 25 gennaio 2016
La riforma delle Autorità Portuali appena varata dal Governo, ne riduce il numero da 24 a 15 sul territorio nazionale, prevedendone due in Puglia: Taranto, sul versante ionico, e Bari sull'Adriatico. «Si tratta senza dubbio di uno snellimento apprezzabile - scrive Dario Damiani, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale -soprattutto nelle intenzioni, quelle di riorganizzazione, razionalizzazione, semplificazione, in un'ottica di sistema che punti a migliorare infrastrutture e logistica. Soddisfatto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che ha subito invitato al confronto e alla responsabilità, "superando le divisioni territoriali" i primi cittadini di Barletta, Brindisi, Manfredonia e Monopoli, coinvolti nel nuovo assetto.
Barletta, dunque, dovrà essere protagonista di primo piano in questo percorso, come merita: non dimentichiamo, infatti, che il nostro scalo cittadino vanta un volume superiore al milione di tonnellate di merci lavorate (in confronto, Manfredonia si attesta intorno alle 400 mila, per esempio). Si presenta, quindi, una grande occasione per la nostra città, che legittimamente può e deve ambire a qualificarsi come "Direzione di Scalo Portuale". Ferma restando la doverosa collaborazione con tutti i soggetti coinvolti, sul tavolo delle trattative il porto di Barletta deve affermare il suo primario peso specifico, senza mezzi termini. E' necessario, pertanto, che il sindaco Cascella elabori fin da subito una proposta concreta in tal senso, per evitare di essere relegati a un ruolo secondario, come già accaduto purtroppo in passato in vicende analoghe. Evitare "campanilismi" certo, ma non fino al punto di svendere la propria storia, professionalità e potenzialità di sviluppo in nome della medesima appartenenza politica. Sia chiaro fin da ora il primo cittadino Cascella con Decaro: sì alla razionalizzazione e alla collaborazione, no alla supina accondiscendenza per dovere di tessera di partito.
Tra l'altro, le vicissitudini recenti che hanno interessato il porto cittadino la dicono lunga sulla nostra "forza contrattuale" sui tavoli interistituzionali: 8 milioni di euro di finanziamento privato sfumati per lo spostamento dei silos API attualmente presenti all'ingresso del Porto, vicenda sulla quale da sei mesi giace nei cassetti di Palazzo di Città una nostra interrogazione consiliare; lavori di dragaggio del porto che tardano ad essere avviati, erano previsti per il 2014, nonostante l'impegno da me profuso per anni, in sede di esecutivo provinciale, che ha portato allo stanziamento in bilancio di un finanziamento di 2,5 milioni di euro. Ritardi e occasioni perdute sui quali questa Amministrazione si dovrebbe interrogare seriamente, per capire per esempio se per i lavori di dragaggio il quadro economico definito anni addietro sia ancora realistico e veritiero o necessiti di correttivi. Temi importanti sui quali bisogna avere idee chiare e obiettivi precisi da far valere nelle sedi opportune. Prossimo banco di prova la riforma delle Autorità Portuali: di sicuro il porto di Barletta è all'altezza del ruolo di Direzione di Scalo che ho indicato; resta da capire se saranno all'altezza del proprio compito, di difenderne le ragioni, i nostri rappresentanti».
Barletta, dunque, dovrà essere protagonista di primo piano in questo percorso, come merita: non dimentichiamo, infatti, che il nostro scalo cittadino vanta un volume superiore al milione di tonnellate di merci lavorate (in confronto, Manfredonia si attesta intorno alle 400 mila, per esempio). Si presenta, quindi, una grande occasione per la nostra città, che legittimamente può e deve ambire a qualificarsi come "Direzione di Scalo Portuale". Ferma restando la doverosa collaborazione con tutti i soggetti coinvolti, sul tavolo delle trattative il porto di Barletta deve affermare il suo primario peso specifico, senza mezzi termini. E' necessario, pertanto, che il sindaco Cascella elabori fin da subito una proposta concreta in tal senso, per evitare di essere relegati a un ruolo secondario, come già accaduto purtroppo in passato in vicende analoghe. Evitare "campanilismi" certo, ma non fino al punto di svendere la propria storia, professionalità e potenzialità di sviluppo in nome della medesima appartenenza politica. Sia chiaro fin da ora il primo cittadino Cascella con Decaro: sì alla razionalizzazione e alla collaborazione, no alla supina accondiscendenza per dovere di tessera di partito.
Tra l'altro, le vicissitudini recenti che hanno interessato il porto cittadino la dicono lunga sulla nostra "forza contrattuale" sui tavoli interistituzionali: 8 milioni di euro di finanziamento privato sfumati per lo spostamento dei silos API attualmente presenti all'ingresso del Porto, vicenda sulla quale da sei mesi giace nei cassetti di Palazzo di Città una nostra interrogazione consiliare; lavori di dragaggio del porto che tardano ad essere avviati, erano previsti per il 2014, nonostante l'impegno da me profuso per anni, in sede di esecutivo provinciale, che ha portato allo stanziamento in bilancio di un finanziamento di 2,5 milioni di euro. Ritardi e occasioni perdute sui quali questa Amministrazione si dovrebbe interrogare seriamente, per capire per esempio se per i lavori di dragaggio il quadro economico definito anni addietro sia ancora realistico e veritiero o necessiti di correttivi. Temi importanti sui quali bisogna avere idee chiare e obiettivi precisi da far valere nelle sedi opportune. Prossimo banco di prova la riforma delle Autorità Portuali: di sicuro il porto di Barletta è all'altezza del ruolo di Direzione di Scalo che ho indicato; resta da capire se saranno all'altezza del proprio compito, di difenderne le ragioni, i nostri rappresentanti».